Songs Of Green Pheasant

Gyllyng Street

2007 (Fat Cat)
folk-post-rock

Duncan Sumpner deve aver assorbito il decadimento industriale di Sheffield che dopo l'era del pop industriale non riesce a ricucire lo strappo sociale dissolvendo le aspirazioni di una generazione nutritasi coi germi del post-punk. Tra malinconia e ricordi, il professore trentenne sembra riproporre nuovi punti d'osservazione della sua terra.
Ai suoni imponenti degli Human League e alla perfezione degli Abc si sostituiscono suoni low-fi e registrazioni amatoriali. L'inconsistenza dei testi è rimpiazzata da richiami a esploratori dell'anima, come Hesse e Pasternak. I suoni poi si evolvono in tessiture che richiamano i Talk Talk della maturità. Sumpner ha tagliato i ponti col passato sonoro di Sheffield partendo dalla composizione pura per raggiungere un nuovo approccio all'elettronica, fatto di suggestioni interiori dove il sorriso è strappato da un mare invernale e non dai lustrini del passato.

La Fat Cat ha riposto in un cassetto le sue prime incisioni per poi coglierne la bellezza successivamente, e ricontattando Duncan gli ha proposto di reincidere i demo portando alla luce l'omonimo esordio che attirò anche le simpatie di Devendra Banhart. L'evoluzione sonora passò attraverso il secondo "Aerial Days" che dal folk spostò il suono verso lidi psichedelici che facevano pensare a un David Crosby accompagnato dai Galaxie 500, il tutto arricchito da una bella versione di "Dear Prudence" dei Beatles.

Pur senza rinunciare all'approccio low-fi (il disco è registrato su un 4 tracce e un 8 tracce), "Gyllyng Street" sviluppa il lato più sperimentale del sound, è forte di una scrittura matura e porta l'ascoltatore con mano sicura attraverso le sette tracce, con punte d'eccellenza come "West Coast Profilling", una delle ballad psichedeliche più suggestive degli ultimi anni, o "Boats", che apre l'album mostrando la coesione musicale raggiunta con gli altri musicisti e liberando un momento lirico e coinvolgente con un crescendo degno delle pagine migliori dei Blue Nile.

Elementi shoegaze emergono in episodi come "King Friday" o "A Sketch For Maenporth", dove sfondi sognanti alla 4AD regalano dettagli sonori pronti a essere riscoperti a ogni ascolto, mentre "The Ballad Of Century Paul" ripropone l'aspetto più pastorale del suo repertorio, con suoni più acustici e descrittivi, richiamando nello splendido intreccio vocale i migliori C.S.N.& Y.
"Alex Drifting Alone", con la tromba di Clive Scott, evoca le pagine migliori dei Bark Psychosis, ma le citazioni e i riferimenti sono solo per suggestioni e timbri sonori, perché quello che fa dei Songs Of Green Phaesant una realtà è la scrittura originale dei brani, capaci di fissarsi indelebilmente nella mente, sostituendo i succitati riferimenti stilistici. Se resisterete al fascino scellerato e ipnotico di "Fires P.G.R.", fermatevi a riflettere sulla necessità della musica come espressione dell'uomo.

L'unico disappunto si ricava dalla certezza che rinunciando al low-fi Duncan porterebbe i S.O.G.P. a più importanti e memorabili soluzioni sonore, ma il futuro sembra luminoso per questo musicista che cresce di album in album senza passi falsi o incertezze.

23/10/2007

Tracklist

  1. Boats
  2. King Friday
  3. Ballad Of Century Paul
  4. West Coast Profiling
  5. Alex Drifting Alone
  6. Fires PGR
  7. Sketch For Maenporth                                            

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