Spoon

Transference

2010 (Merge)
art-rock

Gli Spoon sono un gruppo che purtroppo non fa più molta notizia. Attivi ormai da tre lustri e con sei album e svariati Ep alle spalle, i quattro di Austin, guidati dal vecchio ragazzo serioso e distinto Britt Daniel, hanno ottenuto, soprattutto negli Stati Uniti, significativi successi di vendita e una solida popolarità “di nicchia” che non hanno però permesso loro di ottenere, almeno finora, una consacrazione mondiale definitiva, come pure meriterebbero. Il che, a conti fatti, è un vero peccato.

Il nuovo “Transference” dimostra infatti ancora una volta, se ce ne fosse mai stato il bisogno, quanto talento e genialità trasversale la band continui a riversare nel proprio lavoro. Provenienti da quel Texas che ha regalato al rock gli esperimenti più storti e imprevedibili (dall’onanismo pericolosamente decerebrato dei Butthole Surfers, fino al balbettio autistico dei Red Crayola e alle allucinazioni sabbiose degli Indian Jewerly), gli Spoon continuano a definirsi anche nei pezzi del nuovo disco come un gruppo che ha fatto del classicismo un modo più che concreto ed efficace di reinventare da cima a fondo la (post)modernità, rovesciando forme e concetti della più glorificata tradizione rock in un gioco combinatorio di linguaggi nel quale la demistificazione più pensosa va di pari passo con un insopprimibile desiderio di ritorno alla verità delle origini poetiche del mito rock.

Britt Daniel, visionario coi piedi di piombo, sa coniugare, con stile calligrafico e raffinata eleganza, l'ordine rigoroso della tradizione e l'anarchia tematica della ricerca, intersecando, senza mai stridere nella contraddizione gratuita, l’estetismo più cesellato con un’intelligenza sottilmente inquieta e decostruttiva. Come già accaduto negli ultimi due fortunati lavori (“Gimme Fiction” del 2005 e “Ga Ga Ga Ga Ga” del 2007) anche le composizioni di “Transference” si segnalano per una grammatica semplice (e a tratti scarnificata fin quasi alla durezza balenante dell’osso), lasciata vibrare sopra un esilissimo reticolo geometrico di pochi essenziali elementi compositivi,  inanellati l’uno dentro l’altro in una sottilissima stratificazione sonora dall’equilibrio assai complesso.

Tra gli esempi più chiari di questo approccio obliquo, basti considerare la doppietta “Written In Reverse”/ “I Saw The Light” o le scomposizioni ritmiche (quasi dei moncherini di canzoni rimontati a parti invertite) di “Nobody Gets Me But You”, “Who Makes You Money” o “Is Love Forver” in cui tutto si trasfigura nel proprio opposto per poi ritornare sé stesso: i ritornelli sono strofe e le strofe ritornelli, le progressioni non progrediscono (ascoltate anche “Mistery Zone”), le attese attendono altre attese e non premiamo mai le aspettative già indirizzate da centinaia di ascolti pregressi, così come gli intermezzi, che spesso si rivelano in realtà i temi portanti, il tutto sullo sfondo nervoso di un gioco mirabilmente illusionistico fatto di forze e tensioni irrisolte che somigliano sempre più a un insolubile e vertiginoso cubo diRubik dalle facce indistinguibili.

Come se il rock inviasse una lettera d’amore a sé stesso in busta chiusa, le canzoni degli Spoon viaggiano attraverso le epoche e gli stili per poi ritornare puntualmente su quella scrivania da cui non si erano mai mosse, riconsegnate al loro bianco segreto.
Si va così da un funky senza groove (o da un groove senza funky), a un pop senza melodia (o a una melodia senza pop), passando per un country-rock futuristico o un blues intriso di psichedelia velata, che da Dylan e Young arriva fino ai Pixies, dalla Band si spinge fino al codice neoclassico di gente come My Morning Jacket o Richard Swift, passando attraverso i Wilco o gli Okkervil River.

Il nuovo album ha, se non altro, il merito di racchiudere in sé l’ingegno multiforme della band, stendendolo per bene in tutte le direzioni e accostando così una teoria di variazioni stilistiche e intuizioni formali che ben documentano la solida maturità espressiva raggiunta dal gruppo.

20/01/2010

Tracklist

1. Before Destruction
2. Is Love Forever?
3. The Mystery Zone
4. Who Makes Your Money
5. Written in Reverse
6. I Saw the Light
7. Trouble Comes Running
8. Goodnight Laura
9. Out Go the Lights
10. Got Nuffin
11. Nobody Gets Me But You

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