Rush

Clockwork Angels

2012 (Roadrunner)
hard-prog
5.5

Un giovane uomo che insegue i propri sogni, combatte per essi contro tutto e tutti, ne passa di ogni colore, incontra anarchici, pirati, alchimisti, s'imbatte in carnevali esotici, si diverte pure, però deve sempre tenere d'occhio un tizio, un orologiaio che gli scandisce inesorabilmente il tempo.
Probabilmente un esattore, la personificazione di Equitalia, un Monti con le orecchie da coniglio che sovrasta la moltitudine in coda terrorizzata dall'IMU. Insomma, c'è crisi, tanta crisi e se ne sono accorti anche i Rush, che ne hanno voluto fare un affresco classicamente apocalittico, riaggiornando di fatto la teoria dell'individuo alle prese con le proprie aspirazioni - tematica che ha reso popolari e piuttosto controversi i testi del batterista/scrittore Neil Peart, supersonico sia sulle pelli sia nel frequentare le biblioteche.

Il concept - materia rischiosa, obsoleta, polverosa, faticosa, che comunque vada regala grandi soddisfazioni ai titolari dell'opera - riporta il trio canadese dalle parti di dove tutto ebbe inizio: "2112", la space story che li rese celebri quasi quarant'anni fa, quando l'hard rock zeppeliniano decise di legarsi sempre più con gli ultimi spasmi del prog di stampo yessiano, dando così il La a un genere. E oggi? Oggi Lee, Lifeson e Peart si sentono forti, decisi, ispirati, impegnati, energici, si sentono giovani, furious (come ha tenuto a sottolineare il biondo chitarrista).
E, allora, "Clockwork Angels", dopo una gestazione decisamente lunga, lascia da parte ogni remora e scaraventa sull'ascoltatore una potenza sonora che da queste parti forse non si era mai udita, a questi livelli. Come dire, temi tosti, musica tostissima. Niente di assordante, intendiamoci, ma è come se i tre ex-ragazzi avessero avuto voglia di premere sull'acceleratore, ben consci di essere dei maestri assoluti nel controllo della vettura, nel disegno delle curve, nel cambio di marcia inudibile e pure perfettamente sincronizzato, nonché foriero di ulteriori sorprese. Che invece qui mancano. E probabilmente mancano dalla svolta spartana di inizio anni Novanta. E non è neanche un problema da ascrivere allo strumentario utilizzato, a dispetto delle vagonate di tecnologia che ne ammantarono i lavori per almeno tre lustri. Ispirazione giunta al lumicino?

Ai Rush mancano terribilmente gli anni Ottanta, la vivacità di "Permanent Waves", la dinamica orecchiabile di "Moving Pictures", la morbidezza ingiustamente contestata di "Signals", il brio di "Power Windows" e "Hold You Fire". L'eleganza rimane, ma è come se, chiamando a rapporto gli angeli con l'orologio, i Rush avessero deciso di dire cose forti in maniera estremamente potente, troppo potente, a tratti inutilmente potente.
Un po' la sindrome di cui soffrirono i Led Zeppelin all'epoca di "Presence". Spartiti duri per periodi cupi, non farebbe una piega, ma il più delle volte alzare la voce porta a creare ulteriore confusione. A mancare sono le soluzioni melodiche, un chorus che si faccia strada nelle memoria dopo una trentina di ascolti.

Alcuni momenti apprezzabili non mancano, ma sembrano delegati al mestiere: brilla la title track, un lungo passaggio ricco di cambiamenti di umore, in bilico tra acustico ed elettrico, corredato da un solo di Lifeson breve, brillante ed evocativo (e il biondo si fa valere anche in coda a "Caravan"). Ma anche la ripresa solare di "The Wreckers" si nota eccome, riportando in auge antichi ricordi, come pure l'andamento quasi sbarazzino di "Wish Them Well".
Per il resto, una produzione lucida per una resa sonora di prim'ordine, nitida in ogni passaggio. Sezione ritmica da capogiro, con Lee parecchio presente e Peart fin troppo picchiatore. Ma l'orologio della piazza ha battuto la sua ora, come cantavano i Camaleonti, e i Rush sembrano non essersene accorti.

21/06/2012

Tracklist

  1. Caravan
  2. BU2B
  3. Clockwork Angels
  4. The Anarchist
  5. Carnies
  6. Halo Effect
  7. Seven Cities Of Gold
  8. The Wreckers
  9. Headlong Flight
  10. BU2B2
  11. Wish Them Well
  12. The Garden

Rush sul web