Moon Duo

Shadow Of The Sun

2015 (Sacred Bones)
psych-rock, space-rock

"Squadra che vince non si cambia". Scomodare il compianto Vujadin Boskov è d'obbligo, quando si parla di un nuovo album dei Moon Duo. Il chitarrista californiano Erik "Ripley" Johnson saltella ormai con crescente disinvoltura dal progetto in questione, concepito con la tastierista e campionatrice Sanae Yamada, ai primogeniti Wooden Shjips lasciando che finiscano col somigliarsi sempre più a ogni uscita, fino a diventare quasi indistinguibili. E se le due punte, che segnano almeno un gol a partita, sono incedibili, l'unica largizione alla valevole rosa è l'arrivo di un nuovo giocatore: ecco allora il batterista John Jeffrey al suo ingresso in formazione, già "in prova" durante il tour del 2013 e vera novità di questo "Shadow Of The Sun".

Già, perché per il resto le ventate d'aria fresca sono davvero poche. L'ultima fatica dei Moon Duo non è il risultato di illuminazioni filosofiche, che già avevano irradiato il concetto alla base di "Circles", ma il coronamento di un periodo, a loro stesso dire, "di profonda incertezza". Ascoltando la tracklist, che da copione scorre limpida "come un cielo d'estate sempre blu", è chiaro fin dall'attacco di "Wilding" che il menù dell'affascinante coppia resta fondamentalmente invariato: la Eastwood Airline '59 di Johnson effonde acido lisergico a ogni impennata solista, mentre la Nord Electro 3 di Yamada mesmerizza l'audience con i suoi interminabili loop minimali.

La ritmica spiroidale di "Night Beat" cela rimandi alla golden age delle pellicole poliziesche nostrane e precede "Free The Skull", l'ennesimo totem che il duo innalza agli astronauti di Peter Kember. Tra un'inedita linea di basso e la batteria, "Zero" picchia forte in testa come certi Gun Club e si spegne di colpo nel mare torbido di "In A Cloud", la cui tenue risacca trascina dolcemente tutto ciò che incontra. Sia "Thieves" che "Slow Down Low" insistono su sentieri oltremodo battuti, con il passo annoiato e le suole consumate.

"Ice" è la conferma che le tracce del passato dei Moon Duo si esauriscono a "Mazes": dei distesi trip krauti di "Killing Time" e "Love On The Sea" è rimasta soltanto la polvere. La sferzata finale è nel sinistro post-punk di "Animal", prima hit di "Shadow Of The Sun" – che nel video ha per protagonista lo skater psichedelico Richie Jackson – e minuscola supernova che rischiara per un attimo l'altra faccia della luna, quella che il duetto di San Francisco non ci ha ancora mostrato.
Ripley Johnson e soci (a seconda dei casi) hanno timbrato il cartellino anche quest'anno, regalandoci ancora una volta la colonna sonora dei nostri viaggetti in auto.

02/03/2015