Zeitkratzer

Column One: Entropium

2015 (Karlrecords / Zeitkratzer)
chamber-noise, electroacoustic avantgarde
6.5

Continua l'opera di rielaborazione dei capisaldi della cultura noise a firma Zeitkratzer, l'ensemble del terrore fondata da Reinhold Friedl e impostasi come esperienza chiave della sperimentazione sul rumore. Se l'ultima volta a finire trascritta in chiave cameristica era stata una manciata di materiali provenienti dai Whitehouse di William Bennett, stavolta è il turno di un'esperienza proveniente dalla generazione post-industriale berlinese.
Si tratta del collettivo Column One, costruito sulle idee e le velleità di René Lamp e Robert Schalinski, due fra gli ideali prosceutori della polivalente opera trans-umanistica di Throbbing Gristle e Psychic TV (Schalinski, dopo aver deciso di trasformare il suo corpo in laboratorio di mutazioni seguendo l'esempio del maestro, divenne una sorta di “figlioccio” dello stesso Genesis P-Orridge).

Ma soprattutto due eredi di quella generazione tedesca (a taluni posteri nota come NDPA) che aveva riunito dadaismo ed espressionismo sotto il medesimo vessillo musicale (P16.D4, Die Tödliche Doris, Cranioclast e via dicendo), riuscendo a raccontare con approccio squisitamente naturalista la decadenza del paese a un decennio dal crollo del Muro. Una modificazione prospettica rispetto all'industrial delle origini dove a contare, prima di tutto, continuava a essere il punto di vista del singolo tipo umano (cfr. da “Halber Mensch” a “Nature Unveiled”). All'antropocentrismo si tornò proprio con gli anni Novanta: ed è qui che troviamo l'esperienza Column One viaggiare sui binari del costruttivismo e la ripresa, con essa, di un nuovo surrealismo sonoro il cui obiettivo è abbattere i limiti fra le prospettive d'ascolto.

Uno scopo, questo, condiviso appieno dai paladini del chamber-noise, il cui percorso si è sviluppato proprio sul tentativo di rovesciare la comune prospettiva “difensiva” nei confronti del rumore in favore di una sua accoglienza anche in strutture “classiche” come la musica da camera, con conseguente svuotamento di significato della stessa parola musica.
Nel caso specifico, Friedl e compagni hanno collaborato direttamente con Schalisnki in persona, ricevendo un gruzzolo di composizioni pensate appositamente per l'interpretazione cameristica. Il risultato è una delle opere più raffinate e variegate a firma Zeitkratzer, un trattato che attraversa due decenni di storia del noise attraverso l'esperto palato di chi li ha vissuti direttamente sulla pelle.

Dopo il breve proemio di “Panthera”, la prima immersione si manifesta nella digressione di “Sol”, una sinfonia cacofonica retro-metropolitana fra macerie, sporcizia e disperazione. Uno dei picchi espressionisti del catalogo Zeitkratzer, subito arginato dal mantra nero di “Vide Navareseke”, passaggio in lidi esoterici fra rintocchi costanti e strazio vocale, prima grande sorpresa del disco.
La pièce elettroacustica “Handlishe” è l'altro colpo inatteso, una sorta di omaggio al dadaismo atmosferico dei Coil da un lato e alla tradizione elettroacustica francese per nastro magnetico di Luc Ferrari. Lo stridente finale per found objects di “Lade” prosegue nella direzione di un abbraccio con il passato più glorioso dell'avanguardia sonora, quasi nel tentativo di racchiudere in un solo live album un approccio trasversale per definizione: oltre i confini del soggettivismo, del gusto, dell'arte.

01/09/2015

Tracklist

  1. Entropium Part 1: Panthera
  2. Entropium Part 2: Sol
  3. Entropium Part 3: Vilde Navarseke
  4. Entropium Part 4: Handhilse
  5. Entropium Part 6: Lade

Zeitkratzer sul web