Ciao Kelly, come stai? Dove sei? Raccontaci come stai vivendo questi ultimi giorni prima dell'uscita di “Dreamstate”, il tuo quarto disco.
Ciao! Sto alla grande, grazie. Beh, che dire, come in questo momento, sto spendendo molto tempo a parlare di “Dreamstate” con la stampa, a preparare i dj-set e il nuovo spettacolo dal vivo. Poi ci sono le prove, ovviamente. Quando trovo qualche momento di calma, nel frattempo, lo spendo passeggiando nei parchi di Londra sorseggiando il mio caffè preferito.
Come presenteresti questo disco al tuo pubblico? Fallo se ci riesci in pochi aggettivi.
Euforico, emotivo, vulnerabile e responsabilizzante!
La prima cosa che ho pensato dopo aver ascoltato l'album è stata “oh mio Dio, questa volta Kelly sta spingendo di brutto!”. Sento che questa volta, in termini di Bpm e di approccio generale alla struttura delle canzoni, abbiamo davvero tra le mani un disco dance. Sicuramente anche in “Inner Song” questo aspetto era abbastanza accentuato, ma confrontando il nuovo materiale con il tuo passato, soprattutto con quello il più riflessivo “LP.8”, la cosa arriva come una sorpresa. Come sei arrivata a questo approccio?
Penso che l’unica maniera di tirar fuori del materiale così sia stata proprio quella di essermi tuffata, precedentemente, nel mondo subconscio di “LP8”. Ecco perché è importante supportare gli artisti durante il loro percorso nella sua completezza. E non soltanto nei frangenti più commerciali.
Raccontaci qualcosa sulla realizzazione dell'album.
Alla base del disco c’è la mia crescita e, forse, una sicurezza in me che oggi si riflette nel mio suono. C’è però anche una vulnerabilità in cui mi sto immergendo a capofitto, quando succede parlando di brani come "Trust & Desire".
Ascoltando brani come “Dreamstate” o “Love You Got”, mi è capitato di ricordare artisti come gli Orbital o gli Underworld, insomma la scena rave inglese degli anni 90. Quali altre influenze hanno giocato per la scrittura dell'album?
Adoro quegli artisti, ma stranamente l'album principale che stavo ascoltando durante la registrazione di “Dreamstate” era "Ray Of Light" di Madonna: l'oscurità di "Frozen" e la luce di "Ray Of Light", così come brani semplici ma toccanti come "Mer Girl".
Nella seconda parte dell'album, invece, che è un po' più incline al downtempo, sembra che ti sia divertita un bel po' con vecchie tastiere e organi, cercando di raggiungere una dimensione più eterea.
Si è vero… penso che sia stata una combinazione del lavoro con Tom Rowlands dei Chemical Brothers e del mio amore per i sintetizzatori analogici e il loro vasto mondo sonoro. Anche quando sono presenti dei sintetizzatori morbidi, ho scelto di sovrapporli ad altri analogici.
Ovviamente, questo è un disco che avrà un impatto enorme dal vivo... cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi spettacoli?
Un vero e proprio viaggio. Molti momenti grandiosi, carichi di euforia, e alcuni più intimi, altri fortemente emotivi. Benvenuti nello stato dei sogni. Un posto sonoro dove stare. Un luogo sonoro dove incontrarsi.
In generale, trovo la tua musica molto cinematografica. Hai mai pensato di comporre per lo schermo?
Mi piacerebbe assolutamente. Ho creato la colonna sonora per la Coppa del Mondo femminile Fifa 2023 ed è stata l’occasione per abbandonarmi alla composizione di momenti veramente innodici. Ho adorato farlo. E poi mi sento di dire che c’è il forte bisogno di più donne che compongano per il mondo del cinema.
Sono anche molto curioso di sapere quali sono i tuoi film e le tue serie preferite, quelli che in una certa misura ispirano la tua musica, se ce ne sono.
Assolutamente sì. Per questo album il film cardine tra le mie ispirazioni è stato "Wings Of Desire", con tutte le sue osservazioni sulla condizione umana. A volte io mi sento come se fossi uno spirito che osserva il mondo intero per cercare di capirlo. Altre volte invece sono un umano in preda alla profondità dei tumulti emozionali.
Cosa stai ascoltando ultimamente? Qualche nuovo artista che ti senti di consigliare ai nostri lettori?
Certo, sto ascoltando tantissimo Mustafa The Poet.
Con questo era tutto, Kelly. Grazie mille per il tuo tempo!
Grazie a voi per le domande!