11/04/2022

Iosonouncane

Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Roma


Una carovana che attraversa il deserto, un rave illegale, il cielo stellato, una notte di primavera, un rito pagano, una chiesa sconsacrata. Flash che si susseguono, la forza di un suono in grado di trasportare in una dimensione “altra”, fra elettronica, percussioni, folk, etnica, chitarre, lingue inventate e il santino dei Radiohead sul comodino trafugato da predicatori apolidi. Roma, Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, recentemente intitolato a Ennio Morricone, il pubblico segue in religioso silenzio, come rapito da un’allucinazione collettiva, squarciata soltanto da scrosci di applausi nei brevi istanti che separano una canzone dalla successiva. Più che canzoni, in realtà è uno stream of consciousness di un’ora e cinquanta minuti, dentro al quale è inevitabile perdersi, e ritrovarsi, più volte.

IRA” è un disco come in Italia non ce ne sono mai stati prima, e come probabilmente non ce ne saranno mai più in futuro: l’unica maniera per renderlo nella sua monoliticità era proporlo esattamente così, tutto d’un fiato, senza una pausa, senza una parola rivolta alla platea. Non è un concerto che può prevedere l’effetto sorpresa, “IRA” è un lavoro che difficilmente può essere condiviso con altro materiale, e che sprigiona tutta la propria potenza esecutiva lasciandolo andare a briglie sciolte.
Il concerto si sviluppa seguendo il medesimo ordine delle canzoni presente sul disco, un tour promozionale di pochissime date (rinviato due anni fa a causa della pandemia) che resterà l’ultima occasione per assistere all’esecuzione integrale del monumentale album di Jacopo Incani con gli stessi musicisti che lo hanno registrato (Amedeo Perri, Francesco Bolognini, Serena Locci, Simona Cavina), più l’ausilio di un paio di rinforzi, Simona Norato e Marigiulia Degli Amori e la regia del suono curata da Bruno Germano.

Ad aprire la serata, tre estratti – proposti in perfetta solitudine - dall’esordio di Vieri Cervelli Montel, prima emissione della nuova etichetta di Iosonouncane, la neonata Tanca Records, lavoro prodotto dallo stesso Incani assieme ad Alessandro Mazzieri. Molti posti resteranno vuoti, anche durante il set principale, probabile che più di qualcuno ancora tema di frequentare spazi chiusi e affollati, ed è un peccato perché tanti fan che avrebbero voluto assistere all’evento non hanno potuto acquistare il biglietto a causa del sold-out. Avranno il rammarico di aver perso un evento forse irripetibile, per un’operazione, quella di “IRA”, che potrebbe segnare – sia per l’artista che per l’intero movimento musicale italiano - un punto di non ritorno, oppure uno spartiacque con ciò che avverrà in futuro: difficile poterlo prevedere ora. La mattina dopo il concerto, al risveglio, immagino Jacopo guardarsi allo specchio e domandarsi: cosa potrò mai fare più di tutto questo?

(Foto di Musacchio, Ianniello e Pasqualini
Fondazione Musica per Roma)