Edoardo Bennato: su Rai1 il documentario "Sono solo canzonette" ripercorre la sua storia

08-02-2025
Edoardo Bennato, il più rock dei cantautori italiani, è il protagonista del documentario "Sono solo canzonette", scritto e diretto da Stefano Salvati, che andrà in onda mercoledì 19 febbraio in prima serata su Rai1. Nella pellicola, attraverso interviste, concerti e contenuti inediti, si ripercorre il tragitto musicale del rocker partenopeo, dagli anni liceali alle prime incursioni nei corridoi delle case discografiche, fino ai primi successi e alla definitiva consacrazione nel pantheon della canzone d'autore italiana.
Con la sua fusione di stili unica tra blues, rock e sfumature mediterranee, Edoardo Bennato ha coniato uno stile originale che ha innovato profondamente la canzone italiana. Attraverso i suoi capolavori - dall'esordio "Non farti cadere le braccia" (1974) a "La torre di Babele" (1977), da "Burattino senza fili" a "Sono solo canzonette" (1980) - il documentario racconta la sua vita e svela la sua versione più intima, con video e foto privati, molti dei quali inediti. Inoltre, appariranno qualche volta nella storia, in maniera surreale, per raccontare le varie tappe della sua carriera, i personaggi delle favole che ha trasposto in musica, da Peter Pan a Capitan Uncino, a Pinocchio, al Grillo parlante.

Nei primi anni Sessanta il giovane Edoardo riesce a fare qualsiasi cosa meglio di chiunque altro della sua età: è un prodigio della musica, il migliore della scuola, il più forte nello sport. Ma è anche un ribelle. Finito il liceo artistico il giovane cantautore decide di fare sul serio con la musica e inizia a frequentare i corridoi delle case discografiche. Ma il suo stile è troppo innovativo e non piace; iniziano i finti sorrisi dei discografici che per levarselo dalle scatole trovano qualsiasi scusa ”…ritorna domani…magari dopodomani…magari tra un mese!”. Ma Edoardo è testardo e alla fine trova un discografico che gli pubblica il suo primo album, che vende solo 2 copie! Il direttore della casa discografica dice ad Edoardo che quelli della Rai hanno detto che la sua voce è sgraziata e che non trasmetteranno mai i suoi brani, perciò è meglio che si laurei e metta su famiglia.

Edoardo invece si mette a cantare e a suonare per la strada come “one man band” con il suo tamburello a pedale, la chitarra a 12 corde, l’armonica e il kazoo
Suona canzoni punk, il primo in Italia, e viene notato da giovani giornalisti che lo invitano a un grande festival musicale. Edoardo si esibisce al festival davanti a migliaia di persone che impazziscono per lui cantando ogni sua canzone. Arrivano le prime vendite del primo album a cui, visto il successo, segue subito un altro.
Siamo nei primi anni 70 e Edoardo inizia a girare l’Italia con il suo primo tour nel pieno degli anni di piombo. Ogni concerto è organizzato da studenti ed è sempre molto complicato farsi pagare. Più Edoardo diventa famoso, più i suoi problemi crescono . Ai suo concerti partecipano anche gli autonomi e gli autoriduttori con i quali Edoardo e il suo team combattono vere e proprie battaglie. Ma arriva il 1978, anno in cui il cantautore napoletano concepisce un album che si rifà alla favola di Pinocchio, “Burattino senza fili”, ed è il vero, grande successo. Da lì a poco inizierà, tra primi in Italia, a riempire gli stadi, consacrandosi poi, nel corso degli anni 80, come uno dei top player del cantautorato italiano.
Il film finisce ai giorni nostri dove seguiamo Bennato che si accinge a salire sul palco di un altro concerto e, nello stesso tempo, a suggellare l’ipotesi scherzosa che Bennato sia un marziano, come riferiscono tutti gli amici intervistati, da Alex Britti a Carlo Conti, Clementino, Dori Ghezzi, Mogol, Giancarlo Leone, Leo Gassmann, Leonardo Pieraccioni, Jovanotti, Ligabue, Marco Giallini, Max Pezzali, Neri Marcorè, Paolo Conte, Paolo Giordano, Stefano Mannucci e molti altri.

La carica innovativa del cantautore napoletano si è consumata soprattutto nel decennio che va dal 1973 (anno del 33 giri di debutto) al 1983 (in cui uscì l’ambizioso ma irrisolto "È arrivato un bastimento"). Tuttavia, basta il peso della sua produzione di quel periodo a farne uno degli artisti più importanti della musica italiana dal dopoguerra ad oggi, traghettatore, assieme a Ivan Graziani, del cantautorato verso forme più vicine al rock, ma con una peculiarità di stile, un’eterogeneità di influenze e, soprattutto, un’insofferenza verso le restrizioni formali che ne faranno il capostipite di una genia di irregolari della nostra canzone sbucati tutti, guarda caso, tra la metà e la fine degli anni 70, da Rino Gaetano al già citato Vasco Rossi, passando per Alberto Fortis, Eugenio Finardi, Alberto Camerini e Fausto Rossi. Ma, soprattutto, Bennato è l’autore di numerose canzoni entrate a far parte della memoria collettiva italiana, grazie alle quali ci si ricorderà di lui anche nei decenni a venire. Il riuscire a coniugare, come ha saputo fare a lungo, popolarità e qualità è prerogativa esclusivamente dei grandi.