Emily Haines & The Soft Skeleton

Knives Don't Have Your Back

2006 (Last Gang Records)
pop, dream-pop

Difficile essere parte di due gruppi che fanno del ritmo la fonte principale delle proprie ispirazioni, destrutturare il tutto e avventurarsi in un disco svuotato da beat, casse e bassi... Perché questo è "Knives Don't Have Your Back", esordio solista di Emily Haines, una delle voci dei Broken Social Scene e front-girl dei Metric.
Emily Haines & The Soft Skeleton per l'esattezza (nome burtoniano scelto per il gruppo che l'accompagna) sembra trovare un'identità a botta sicura, senza tanti tentennamenti - cosa difficile per un esordio, ma che le riesce perfettamente. E il disco com'è?
È una perfetta sintesi tra dream-pop con archi e pianoforte à-la Air, molto cinematografico ("Doctor Blind" e "Crowd Surf Off A Cliff"), a tratti melodrammatico, ma senza eccedere, perfetto per le notti invernali e senza luce. A ciò si aggiunge una parte cantautorale in cui la Haines si butta senza alcun timore, ricordando a tratti i Divine Comedy di Neil Hannon più neoromantici ("The Lottery", che forse è il perfetto compendio del sound della cantante canadese "in proprio").

Il cd si snoda su episodi downtempo, scollegati dall'indirizzo musicale della sua attività a tempo pieno con i due gruppi sopraccitati e pervasi da uno spirito evocativo che prevale sulla parte emozionale e guidata dai ritmi.
È un'ideale risposta a "Extraordinary Machine", ultimo lavoro di Fiona Apple; a cui può essere facilmente accostato, vedi "Mostly Waving" o "Detective Daughter", paurosamente vicine a quel sound e a quelle atmosfere tanto sincopate e cabarettistiche. C'è da dire, a favore della Haines, che non può beneficiare del supporto di un Jon Brion (già autore della splendida colonna sonora di "Eternal Sunshine Of The Spotless Mind" e produttore dell'ultimo album di Fiona Apple) e di questo bisognerebbe darle atto: il suo cd riflette pienamente la sua ispirazione, senza filtri, né produzioni esterne, come a dire: pregi e difetti espressi in toto.

A tratti freddo, sembra un disco scarsamente efficace ai primi ascolti, di difficile presa. A lungo andare però, ne risaltano le sfumature, e spuntano fuori allora chitarre slide, parti vocali più intense (e sorprendenti, se si pensa che un difetto della cantante canadese è quello di tendere alla "monoespressività") e ritmi che sembravano nascosti, quasi inesistenti, ma che ne divengono parte integrante, come in "Our Hell", traccia posta in apertura in maniera molto fuorviante rispetto al contenuto del cd.

Per chi ama il neo romanticismo alla Jens Lekman o alla Divine Comedy, o il cantautorato femminile più difficile di Fiona Apple, "Knives Don't Have Your Back" è una splendida sorpresa, una di quelle da avere e da mettere via insieme alla legna per prepararsi all'inverno. Di quelli freddi.

15/11/2006

Tracklist

  1. Our Hell
  2. Doctor Blind
  3. Crowd Surf Off A Cliff
  4. Detective Daughter
  5. The Lottery
  6. The Maid Needs A Maid
  7. Mostly Waving
  8. Reading In Bed
  9. Nothing & Nowhere
  10. The Last Page
  11. Winning

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