Punto primo: non sono svedesi-finlandesi-norvegesi. Punto secondo: sì, è un’operazione di recupero. I Tarkio si formano nel 1996 per poi sciogliersi tre anni dopo. Al loro attivo hanno un Lp, "I Guess I Was Doping For Something More", e un Ep, "Sea Songs For Landlocked Sailors". Entrambi vengono ora ristampati dalla Kill Rock Stars in questo doppio "Omnibus".
La fortuna dei Tarkio non ha mai oltrepassato i confini del loro stato (Montana), fallendo il grande salto in campo nazionale, ma ora che il loro cantante Colin Meloy è diventato star internazionale, si è risvegliato l’interesse anche per questa band, altrimenti destinata a riposare sotto centimetri di polvere. Già, avete letto bene, i Tarkio sono la prima band di Mr Meloy prima che egli si dedicasse anima e corpo ai Decemberists. E la cosa non poteva passare inosservata agli attenti occhi della Kill Rock Stars, etichetta che si sta occupando a tempo pieno di tutto ciò che è indie-pop .
La musica dei Tarkio, dal nome di una cittadina del Montana, cavalca tutto ciò che era suonato nelle radio dei college americani a metà anni 90. Non proprio tutto, a dir la verità, se è vero che Colin Meloy si è sempre interessato alle sfumature più pop della musica alternativa, qui mischiate con i sapori più forti della tradizione statunitense (accenni di country-rock e americana) e l’immancabile amore-tributo per il pop inglese (la musica degli Smiths ha suonato per ore tra le pareti della cameretta del giovane Colin).
Tra i punti di riferimento non mancano certo i Rem, alfieri indiscussi del college pop-rock : a loro si pensa quando riecheggiano nell’aria i primi accordi strimpellati di "If I Had More Time" e "Melena Won’t Get Stoned". Rem, ma non solo: "Caroline Ave" non sfigurerebbe nell’eccelso canzoniere folk di "August And Everything After" dei Counting Crows. L’iniziale "Keep Me Awake" è una rappresentazione, nemmeno troppo sbrigativa, di quello che sarà il teatrino pop sofisticato dei Decemberists, comprensivo della marcata attitudine malinconico-depressiva. Ancora Counting Crows, ma quelli più elettrici di "Recovering The Satellites", in "Eva Luna", brano che ricorda anche i Rem di "Monster".
La giostra dei nomi potrebbe continuare: i Better Than Ezra nell’ indie-pop di "Weight Of The World", gli Alice In Chains più acustici nella ballata "Devil’s Elbow" (unica concessione al grunge), Will Oldham in "Mountains Of Mourne". Ritornano i sapori più familiari dei Decemberists con i sei minuti di "Kickaround", dal tocco di chitarra riconoscibile a chilometri di distanza e con quell’incedere lento che è la firma compositiva di Meloy. Cantautore abituato a coltivare le proprie canzoni, creare attesa, partire lento per poi esplodere e colpire. Non si può non citare la perla del disco: "Save Yourself", anello di congiunzione tra quello che è stato (Tarkio) e quello che sarà/è (Decemberists). Con "Save Yourself" siamo sui livelli qualitativi di "Her Majesty", tanto per intenderci.
Non per soli fan o curiosi, i Tarkio sono un piacevolissimo ascolto di tutto ciò che è stato college-pop un decennio fa.
07/03/2006
CD 1:
CD 2: