Dan Snaith aveva dovuto cambiare
moniker. Di Manitoba ce n'era già uno e lo sappiamo che, in musica, sui
copyright sconti non ce ne sono. E pazienza, finché il buon canadese pubblica dischi come questo. Solo un paio d'anni fa eravamo stati abbagliati da quel gioiello che rispondeva al nome di "
The Milk Of Human Kindness". Un disco che faceva occhiolino tanto alla psichedelia quanto all'
electro-pop. E l'impressione è che, quando si ha a che fare cion Snaith, nulla sia lasciato al caso. Perché quello di cui ci apprestiamo a parlare, diciamolo subito, è un grande album, curato nei minimi dettagli, vario, colorato,
sixties.
Andorra è un paese gioioso, allegro, in movimento. Andorra non conosce tristezze e lutti. E se le atmosfere rispetto al disco precedente non cambiano, perché sempre nell'ambito delle frivolezze siamo, il lato musicale vira verso levanti
oldies. E sono i
Byrds a tornare alla memoria. Caribou ci prepara la cena, stende delicatamente la tovaglia, pone posate e piatti, la addobba con qualche candela e un piccolo vaso di margherite al centro. Ma in tutto quest'idillio bucolico, Snaith pare voglia scombussolare le coordinate. Perché quello di "Andorra" è un gioco senza regole, una tavola imbandita a puntino destinata, dopo la grande abbuffata, a trasformarsi in campo di battaglia, con briciole e qualche sigaretta qua e là. "Andorra" è un caos ordinato e selezionato.
E allora ci si trova davanti al pop dirompente di "Melody Day", che apre il disco tra sezioni d'archi campionati e tastiere. Ma non parliamo di quel pop intimista o legato ad accenni
rockeggianti, ma di note di chiaro stampo Sessanta, una musica immersa in un'attidutidine
freaky, in un contorno, ci si passi il termine, "giocattoloso", con tanta voglia di stupire.
Non si vengano a cercare qui azzardi
avant, perché quello che qui Caribou teorizza è un ritorno al futuro. Perché laptop e gusto
retrò fioriscono in un tripudio di suoni. Perché, allora, non farsi avvolgere dalla melodia in odore di
Junior Boys, sì pacchiana ma anche impeccabile nel suo svolgersi (non per nulla qui J. Greespan ci mette lo zampino) di "She's The One", o dall'impeccabile ardore
hippy dei cori di "Sandy"?
Quarantatré minuti nei quali si respirano brezze fresche, spensierate, decisamente estive. E di fronte ai tepori
electro-pop di "Sundialing", che fanno tornare alla memoria quel gioiello di "Yeti" (contenuto nel precedente disco), o alle tiepide note
synth di "Irene" non si può non rimanere abbagliati.
Alla fine, è dura da digerire l'idea che queste nove tracce siano scivolate via così, con tale dolcezza. E non parliamo di fiumi in piena, di armonie tetre o tinte di nero, ma di pop, di ricami dolci e delicati, di capricci musicali tanto leggeri e spensierati quanto diretti ed emozionanti. "Andorra" è un libro da sfogliare. E' tutt'altro che un disco da immersione, perché è acqua, allo stato puro, e, magari, con qualche bollcina.