Rubando il nome al più bistrattato disco dei Velvet Underground, spiccarono il volo. Di lì a poco divennero una delle più promettenti e intriganti formazioni del pop-rock inglese.
Il loro era uno stile semplice e accattivante per melodie e ritmo, che contaminava la tradizione beat con innesti new wave e elementi songwriter pop (Elvis Costello, Paul McCartney).
Gli Squeeze proseguirono l’attività sino al nuovo millennio, dopo uno scioglimento e una ricostituzione negli anni 80 - decisiva sulla loro metamorfosi musicale: quasi una nuova, seconda vita.
Di questa band con base a Chelsea non erano mancati resoconti live (“A Round And A Bout”, 1990, “Live At Royal Albert Hall”, ‘99), men che meno raccolte di successi (almeno una decina, tra cui spicca “Greatest Hits”, 1992), ma si attendevano ancora i mix incisi nella “Radio 1 BBC”.
Ebbene il doppio cd di Sessions disponibile a partire da questo mese di settembre ripercorre i primi quindici (e passa) anni d’attività della formazione (1977-1994). Registrazioni effettuate a più riprese, a partire dalle prime targate marzo ’77, epoca del controverso esordio Squeeze, prodotto nientemeno che da John Cale e più volte riscritto (“UK Squeeze”, 1978, A&M); gradualmente verso la completa maturità artistica che arrise loro nel 1980 con l’Lp “Argybargy”, che addusse vasti consensi di critica e pubblico e capolavori di pop inventivo e fruibile, screziato e surreale. Al punto da far magnificare i leader Tilbrook e Difford come novelli Lennon-McCartney.
Queste sessioni BBC, il cui vaglio è stato affidato a John Peel, Kid Jenson e Nicky Campbell, mostrano invidiabile affiatamento tra i cinque ragazzi agli strumenti, tra avvincenti ripassi e insolite varianti delle originali in studio. Esempio, “The Knack”, rinnovata dalla tastiera di Jools Holland e da un bell’assolo di chitarra in evidenza. Ma non mancano sorprese autentiche, rispolverando questo doppio, canzoni che poco rammentavamo, come la grintosa e anfetaminica “Cat On The Wall” con cui partono le danze (tratta dall’Ep d’esordio, “Packet Of Three”, 1977), o la trascinante b-side “All Fed Up”, tutta percussioni, organo e chitarre.
Attraversando poi il pub-rock di “Ain't It Sad ” (bonus track della ristampa di “Cool For Cats”, 1978, A&M), a rischiarare altri angoli, sino alle devianti “Sex Master” e “Bang Bang”.
Insomma, non s’è esattamente di fronte all’ennesima truffaldina antologia ricucita.
Passando poi al 1982, è di scena “Onto The Dance Floor ”, bel brano adombrato dal magnetico spettro dub quattro corde modello Jah Wobble, acceso poi da hammond e chitarre funky alla Talking Heads.
“Elephant Girl”, introdotta da un bel motivo di piano, è una distinta gemma pop che trovò posto come b-side. È sintesi del passato e assieme nuova partenza; deflagra nel ritornello tra percussioni e vocalizzi angelici.
Menzione speciale per la rarità “The Apple Tree”, d’ombrosa, magnetica avvenenza, che in parte trascende il discorso Squeeze, trovandosi in coda al disco solista del duo Difford-Tilbrook (Omonimo, 1984).
Nel secondo cd “BBC” sfilano alternative acustiche, arrangiate a vestire più intimi e spartani i brani di punta della carriera degli Squeeze. Ed ecco succedersi, inossidabili, “Take Me I’m Yours” e “Tempted” (entrambe con bei puntelli di piano classico), la sempre strepitosa “Up The Junction”; le smaglianti “Pulling Mussels (From The Shell)” e “Is That Love”.
C’è anche modo di tornare su alcuni manufatti di chamber-pop, allestito tra accordi preziosi e melodie spesso uncinanti. Come la Sting-eggiante “She Doesn't Have To Shave”, “Melody Motel” (estratte dall'Lp “Frank”, 1989); la trascendente “Hourglass”, una “Third Rail” onirica, intrisa d’umori western e dalle tastiere in evidenza; le intimità illese di “Cold Shoulder” e “Loving You Tonight” (tutte da “Some Fantastic Place” del ’93, forse il loro disco più forbito e beatlesiano).
“The Complete Squeeze BBC Sessions” offre pertanto una panoramica stuzzicante e inedita della carriera di Squeeze, indirizzata ai fan in primis, ma anche a chi volesse saggiare un modello ineguagliabile di britpop, di quello che rimane, di quello sempiterno.
(10/09/2008)