Li avevamo lasciati con "The Cosmic Game" e ora, a tre anni di distanza da quella che probabilmente sarà ricordata come la loro opera meno ispirata, li ritroviamo con questo "Radio Retaliation". I Thievery Corporation sono sicuramente gli alfieri, assieme a Tosca, Gotan Project, Kruder & Dorfmeister e altri ancora, di una particolare, nonché seminale, commistione di suoni. Partendo dal jazz e dal dub e centrifugati con chill-out, downtempo e lounge il duo americano ottiene un suono universale: punto di incontro tra culture diversissime - mediorientali, occidentali, dell'Africa profonda fino alle coste giamaicane passando per la via delle spezie - i brani coniati dal duo vivono di vita propria, proiettando metaforicamente l'ascoltatore in quei paesi ai quali le note fanno rimando.
Tutti questi elementi portano a una considerazione fondamentale: ovvero come non sia possibile restringere in un solo insieme l'ambito musicale entro il quale si muovono Rob Garza ed Eric Hilton, ma sia piuttosto preferibile parlare di musica globale che nasce dall'incontro e dallo scambio di culture diverse. E in questo senso il nuovo disco non smentisce le coordinate dei precedenti, anzi ne allarga i confini. A dimostrazione di ciò, anche la lista dei guest che compaiono nelle quindici tracce del disco: artisti d'ogni parte nel mondo che, come nella tradizione della discografia del duo, prestano la loro voce in ogni brano.
Sleepy Wonder, leggenda reggae, amico e collaboratore del duo, apre le danze con "Sound The Alarm". Le tenui percussioni della traccia iniziale, accompagnate da visioni a cavallo tra la penisola saudita e l'America Latina, si congiungono a dolci riverberi psichedelici. E se "Mandala" ci prende per mano e ci porta dritti dritti in India, è ancora Sleepy Wonder a comparire nella traccia che dà il titolo all'album: cantato reggae, basi decise e reiterate ossessivamente in un moto placido, qualche tromba e atmosfera da Rototom Sunsplash. Nella successiva "Vampires" compare il lato meno "geografico" dei Thievery Corporation, con la voce di Femi Kuti, star nigeriana, che si innesta su una base jazz-tronica fatta di beat tanto dolci quanto fitti.
Ma il viaggio riparte, ed è il tempo della bossanova di Seu Jorge e di Verny Varela, che nelle rispettive "Hare Krsna" e "El Pueblo Unido" fanno respirare i profumi speziati dell'America Latina, delle favelas, delle metropoli sterminate. "(The Forgotten People)" è uno strumentale dai contorni orientaleggianti, che fa da spartiacque dell'album. "33 Degree" - probabilmente l'episodio più riuscito - si destreggia tra reminiscenze dei Massive Attack di "Protection", mentre l'incantevole "Beautiful Drug", episodio più unico che raro nell'intera carriera di Garza e Hilton, mostra come il freddo nord sia in grado di avvolgere e riscaldare.
Il soave canto di LouLou in "La Femme Parallel" dipinge notti primaverili di paesaggi urbani, e gli Air, a ben ascoltare, non sono poi così distanti. Ci si avvia così alla conclusione dell'album con il fluire liquido di "The Shining Path", "Blasting Through The City", traccia esemplare di quel che rappresentano oggi i Thievery Corporation, e "Sweet Tides", meravigliosa apertura melodica dai tratti celestiali che, sulla scorta di "Heaven's Gonna Burn Your Eyes", spiega le ali dipingendo una conclusione da brividi.
I dubbi in merito al futuro del duo posso essere dunque fugati. I Thievery Corporation rinnovano i fasti delle prime opere, raggiungendo a tratti apici di assoluta poesia. Con un album eterogeneo e estremamente curato, Rob Garza ed Eric Hilton fanno quello in cui meglio riescono: prenderci per mano e farci viaggiare.
24/09/2008