Cinque dei sette brani in scaletta del nuovo album di Sasu Ripatti a nome Vladislav Delay vedono la partecipazione di Craig Armstrong. I due hanno già collaborato in un bel disco pubblicato quattro anni fa a nome The Dolls. In quell'occasione era presente anche Agf, la compagna di vita di Ripatti, responsabile dell'incontro tra il dj/musicista finlandese e il pianista/arrangiatore scozzese (suoi gran parte degli archi su "Protection" dei Massive Attack). Proprio in quell'occasione Vladislav Delay riscopriva un suo vecchio amore: la batteria.
Non stupisce allora che "Tummaa" suoni diverso da ogni progetto che Vladislav Delay abbia mai pubblicato in passato. C'è meno silicio e più sperimentazione nelle sette tracce dell'album. Il pianoforte e il rhodes di Armstrong e i sassofoni e i clarinetti dell'argentino Lucio Capece - l'altro musicista coinvolto nelle registrazioni del disco - vengono trattati con attitudine quasi industriale e Ripatti, dal canto suo, manipola il set di una batteria come fosse un'orchestra avant-jazz da cui estrapolare ogni tipo di suono. Non mancano, ovviamente, i riferimenti al mondo della techno e in generale le improvvisazioni sono distese su lunghi loop (spesso suonati dal pianoforte) che servono a creare un'ammaliante atmosfera.
Già la traccia che apre il disco, "Melankolia", segna i nuovi confini delle esplorazioni di Vladislav Delay: lo spazio è incontaminato e rumori sparsi in sottofondo creano il vuoto per una straziante linea di pianoforte, accompagnata da sporadiche scariche di silicio. La malinconia artica dei paesaggi scandinavi emerge nell'intro della successiva "Kuula", prima che un clarinetto trasformi la nenia in un turbine di sapori transiberiani. Su "Toive" emerge l'amore di Ripatti per la trance sciamanica del Miles Davis elettrico, grazie a un groove che cresce fino a esplodere in una bolla di silicio rovente.
Tummaa in finlandese significa oscurità, e Ripatti ha registrato le tracce dell'album durante i mesi in cui sulla sua Hailuoto il sole risplende solo poche ore al giorno. Di qui l'aria notturna e densa che si respira durante tutta l'ora abbondante di durata del disco. Merito anche del drastico passaggio dall'elettronico all'analogico voluto dal musicista finlandese, confermato per di più dalla recente collaborazione con Moritz Von Oswald nel suo trio e dalle registrazioni di prossima pubblicazione a nome Vladislav Delay Quartet, in compagnia di Mika "Pan Sonic" Vainio, Derek Shipley e dello stesso Lucio Capece.
01/08/2009