Da qualche anno a questa parte, i Natural Snow Buildings (ovvero, Mehdi Ameziane e Solange Gularte) conducono una interessante ricerca sonora nell’ambito di un folk psichedelico fortemente influenzato dalla musica cosmica e dall’ambient-drone. Un percorso sonoro, quello del duo francese, che, dopo aver trovato un primo, definitivo, snodo artistico nel monumentale “The Dance Of The Moon & The Sun” (2006), si è calato sempre più in una dimensione free-form, anche se riconoscibilissime (come mostra questo “Shadow Kingdom”) restano le infatuazioni per le incarnazioni più gentili del folk acustico.
Si prenda, per esempio, “The Fall Of Shadow Kingdom”, la traccia che inaugura il loro nuovo, vasto (due ore e quaranta minuti!) affresco musicale: solenne epopea lisergica che, come una fiamma incessante, guizza irrequieta prima di lasciare il campo a uno strascico di languido abbandono acustico. Un abbandono che ritroviamo anche altrove, mitigato da presagi oscuri o attraversato da flebili, quasi impalpabili speranze.
Sfilano così, una dietro l’altra, l’arcana ballata di “Gorgon”, la bruma pianistica e le folate di sogno di “For Fear They May Come Back Childrens Of The Seventh Girgle The Dark Road”, le sconfinate panoramiche e le carovane in docile processione di “Cauled Ones And Birth Rugs” e, ancora, le malinconiche turbolenze dell’anima di “Salty Tongue” e di “Go Away, Disappear”. In questi sterminati paesaggi dell’anima, non c’è posto, evidentemente, per coloro i quali temono di perdere il contatto con il mondo circostante, gettandosi a capofitto dentro la poesia indelebile di un suono intimamente nostalgico (“Sunbone”, “The Vein of Invisibility”).
L’estatico candore delle composizioni, infatti, non riesce a nascondere, in nessun caso, la proiezione permanente della memoria. E’ nel ricordo, dunque, che queste pagine musicali trovano tutto il loro spessore “lirico”, perché nel ricordo tutta la realtà veste colori sfuggenti e i sentimenti vacillano di continuo, instaurando un rapporto privilegiato con l’essenza delle cose. Inquiete, sinistre e spiritualmente ambigue, le dissertazioni sovrannaturali di Mehdi e Solange non ammettono ascolti distratti o furtive intromissioni di “sguardi” meschini.
Impossibile, per dire, sarebbe cogliere il senso di magico dissanguarsi, alla deriva nel cosmo, del suono di “Os Deus Cannibais” (una vertigine di flussi elettronici e di voci celestiali che inebria lo spazio più che invaderlo) o di quello, vibrante e desolato, della superba (!) suite “Chthonian Odyssey/ Hell's Foundations/ A Birth Mark Like A Scar”, capace di fondere le visioni metafisiche dei Charalambides con le suggestioni abissali di Fursaxa, le vibrazioni infinite del raga e le maestose interrogazioni sul divino di Constance Demby: drammatico, commovente e straziante punto di non ritorno. Come un’insostenibile discesa nel regno dei morti, lì dove paradiso e inferno non hanno più ragion d’essere, perché tutto si è ormai risolto in un’indecifrabile amplesso di anime smarrite.
Non ci sarebbe bisogna di altro, dopo un capolavoro di tale levatura, per consegnare questo disco agli annali della musica popolare. Eppure, i due non abbassano mai la guardia, continuando a mietere emozioni imponenti, passando attraverso la sensibilità romantica e astrale di “From Their Body At Will”, le peripezie smisurate, il sinfonismo spettrale e il ritualismo ispido di "The Desolated Vampires/ Introduced To Fear/ Slarer March”, fino a disperdersi completamente tra i rivoli scivolosissimi della spiritata messa apocalittica di “Porridge Stick Into The Fire And Dust In The Direction Of The Sun”.
Magia pura.
14/12/2009
Cd 1
1. The Fall of Shadow Kingdom
2. Gorgon
3. For Fear They May Come Back Childrens of the Seventh Girgle the Dark Road
4. Cauled Ones and Birth Rugs
5. Salty Tongue
6. Go Away Disappear
7. Os Deus Cannibais
8. The Faceless
9. The Crystal Bird
Cd 2
1. Sunlone
2. Chthonian Odyssey - Hells Foundations - A Birth Mark Like a Scar
3. From Their Body at Will
4. The Desolated Vampires - Introduced to Fear - Slarer March
5. The Vein of Invisibility
6. Porridge Stick Into the Fire and Dust in the Direction of the Sun
7. A Burial at Sea