Nuova incursione al di fuori del moniker Eluvium per l'attivissimo Matthew Cooper. Per l'artista americano le denominazioni sotto le quali licenzia i propri dischi non costituiscono un dettaglio trascurabile, se è vero che le produzioni contrassegnate col suo nome di battesimo, pur non discostandosi sostanzialmente da quelle del suo progetto principale, assumono tratti e significati tutti propri.
Così è stato per le "Miniatures" pubblicate tre anni fa, così è adesso per la colonna sonora di "Some Days Are Better Than Others", pellicola del regista Matt McCormick, interpretata, tra gli altri, da James Mercer degli Shins e da Carrie Brownstein delle Sleater-Kinney.
In coerenza con quanto compare sui titoli del film, Cooper firma dunque col proprio nome le tredici brevi tracce che ne accompagnano la narrazione visuale e che vengono presentate sotto forma di eponimo cd (e vinile limitato) dalla solita Temporary Residence.
Il legame inscindibile tra Cooper ed Eluvium ricorre appieno anche nello scorrere dei trentacinque minuti di musica posti a corredo delle immagini, nonostante alcuni sostanziali scostamenti, quanto meno rispetto alle ambiziose derive in chiave di cantautorato ambientale di cui all'ultimo "Similes". Inalterati sono i fondali aurorali di composizioni alle quali la destinazione alle immagini non consente tuttavia uno sviluppo particolarmente ampio, mentre un piano prominente viene spesso riservato a tutta una serie di organi vintage e tastiere dai toni sognanti e quasi giocosi, che modellano frammenti liquidi e abbracci pulviscolari, sospesi tra note analogiche e sequenze in dissolvenza ("Pursuance", "Into Dust").
Il breve dialogo tra sinuose partiture d'organo e paesaggi di brumosa stasi si snoda placido lungo tutte le composizioni, assumendo di tanto in tanto forme più strutturate, in particolare nei non molti casi in cui le durate dei brani superano i tre o i quattro minuti: è quel che avviene nella title track, con le sue modulazioni percorse da fremiti in continuo movimento, nel soverchiante innalzamento della marea ipnotica di "Reprieve" e nella luminosa danza che scuote dolcemente la coltre ovattata della toccante "Camille And The Ocean".
Opera per sua stessa natura interlocutoria e disorganica, "Some Days Are Better Than Others" rappresenta comunque una piacevole testimonianza dello stato di ispirazione di Matthew Cooper, artista che anche in occasioni come questa non manca di esplicare una classe che prescinde agevolmente dalle denominazioni sotto le quali i suoi frutti vengono di volta in volta sussunti.
25/04/2011