Il trio dei Friendly Fires (provenienti da St. Albans, Hertfordshire) ottenne, tre anni or sono, ottimi risultati con l'omonimo album di debutto, da annoverare senza dubbio tra i momenti più ispirati e raffinati della scena cosiddetta nu-rave britannica, soprattutto in virtù della sua capacità di srotolare un ponte dorato di groove e melodie danzanti teso tra gli estremi di Rapture e Klaxons. La band di Ed Macfarlane torna ora con un nuovo disco, registrato con l'aiuto di Paul Epworth (già presente nel lavoro precedente, in una traccia) e Chris Zane, che avanza una candidatura tutt'altro che trascurabile (un rivale credibile potrebbe essere, se non fosse per la sua malinconia troppo beffarda, "The English Riviera" dei Metronomy) a colonna sonora perfetta per l'estate vacanziera ormai alle porte.
La band non attua rivoluzioni troppo marcate ma piuttosto si concentra in un lavoro ben calibrato di raffinamento stilistico, traducendo il tutto in un artefatto dance-pop elegante, accuratamente lavorato di bulino in ogni sua più piccola sinuosità. Ne risulta una materia sonora fluida, perfettamente malleabile e avvolgente che si lascia modellare in forme dinamiche e fruibili, piene di movimento e colori saettanti. Un disco come "Pala" dimostra peraltro la sostanziale continuità del pop inglese, un linguaggio che cresce e rinasce germogliando su se stesso, come evolvendosi passo dopo passo attraverso la citazione reiterata: se infatti nella splendida "Running Away" sferragliano le rotative acide di una Madchester d'annata, un pezzo leccato e marpione come "Hurting" sfiora le stoffe pregiate di certi Scritti Politti, impregnandole di un edonismo frizzante e voglioso alla George Michael, prima di consegnarsi al pop-soul sofisticato e ultracool di "Pala" (in odore di Matt Bianco o anche di Blow Monkeys, per citare un vecchio cavallo di razza tornato da poco in pista). Altrove il gruppo dimostra di aver assimilato con gusto e sufficiente abilità mimetica la lezione di maestri francesi del ritmo vecchi e nuovi (le più che apprezzabili "Show Me The Lights", "Hawaiian Air" o "Pull Me Back To Earth"), così come di aver chiosato con fervente dedizione il talmud sempre attuale di tutti i New Order e Talking Heads del caso.
Con il suo intruglio di liquori variopinti che si aggrovigliano in spirali senza fine, "Pala" sfida l'estate che ci aspetta a suon di canzoni fresche e al gusto fruttato, adattissime per incontri galanti a bordo vasca, così come per danze dionisiache nella solitudine massificata di folle danzanti. Spirituale e al contempo lussurioso, questo gruppo ci porge un invito a cui sarà difficile, se non difficilissimo, resistere.
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27/05/2011