Sospinto dall'accecante scia luminosa dello splendido
omonimo esordio, il giovanissimo James Blake prova a tirar fuori dal cilindro sei nuove perle sonore, confidando nello stato di grazia compositivo palesato alla nutrita platea in più di un'occasione. Coccolato fin troppo dalla benemerita BBC Radio 1, la neonata stellina londinese non rinuncia per questo suo quarto Ep alle prime collaborazioni eccellenti. Così, ecco spuntare l'acclamato e meritevole
Bon Iver nella singhiozzante e un po' stucchevole "Fall Creek Boys".
Pulsazioni meno vibranti e profonde assecondano fin da subito un
climax di fondo mediamente più inquieto e asciutto. A rimarcare questa nuova veste armonica, è l'introduttiva "Once We All Agree", in cui Blake mette ulteriormente a nudo le proprie emozioni, lasciandole decantare su pochi tasti e basse ripartenze eccessivamente (auto)commiserevoli. Lo stesso dicasi della conclusiva "Enough Thunder", che chiude un cerchio tratto con poca convinzione. Ben altro discorso merita invece la sfuggente diramazione timbrica di "We Might Feel Unsound", nella quale è un acceso vespaio ritmico ad accompagnare la lieve melanconia vocale del timido
electro-writer inglese. Mentre l'immensa "A Case Of You" di sua maestà
Joni Mitchell è solo reinterpretata con troppa fretta e senza la minima personalizzazione. Così Blake scivola al centro del piatto nel comodo riempitivo di turno, prima di disorientare i timpani e l'anima con "ritrovata" maestria nella
cyber-tronica coda di "Not Long Now".
In definitiva, "Enough Thunder" mostra nel complesso diverse zone d'ombra evitabili e un Blake a tratti sottotono. Nonostante i numeri offerti finora già suggeriscano aspettative ben più ampie, concediamo al piccolo James questo mezzo passo falso, sperando che si tratti soltanto di un inciampo accidentale.
17/10/2011