Da più parti ritenuti una delle migliori band italiane di tutti i tempi, i Massimo Volume sono tornati per restare. Dopo gli applausi raccolti per "Cattive abitudini" (che ne ha sancito la benvenuta reunion) e il trionfale tour a supporto, il passo successivo di Clementi e soci è stato quello di realizzare un Ep condiviso con un'altra formazione osannata dal pubblico alternativo italiano: i Bachi da Pietra. In questo "Split Ep", pubblicato il 15 aprile per La Tempesta e coprodotto da Bronson e Circolo degli Artisti, ognuna delle due band rielabora un brano dei colleghi, ma soprattutto propone un prezioso inedito.
Ovvio che il momento più atteso sia la nuova composizione dei Massimo Volume, e "Un altro domani" non delude le aspettative, confermando il momento di grazia che la band bolognese sta attraversando. Le chitarre di Egle Sommacal e Stefano Pilia si rincorrono e si intersecano oramai a meraviglia, il solido drumming di Vittoria Burattini è una certezza, la spina dorsale del gruppo, assieme al basso e soprattutto alle parole scandite da Mimì. La nuova importante pagina di un percorso già leggendario.
Ma veniamo alle cover: I Massimo Volume rileggono "Morse", ingentilendola secondo la propria visione, con un approccio decisamente jazzy. I Bachi da Pietra hanno scelto un compito più difficile: dare una personale rilettura di "Litio", brano che in pochi mesi è diventato un classico intoccabile per gli intransigenti fan della band di Clementi. La versione originale resta irraggiungibile, con la sua irrequietezza e le sue inquietudini, ma i Bachi alla fine non sfigurano affatto, scarnificandola da una parte, e scartavetrandola dall'altra.
Il pezzo più sorprendente è l'inedito proposto da Giovanni Succi e Bruno Dorella, una "Stige 11" abrasiva quanto gli episodi più estremi dei Massimo Volume. I Bachi da Pietra come non li avevamo mai sentiti prima, e come speriamo di riascoltarli in futuro.
30/04/2011