Nessuna sorpresa degna di rilievo in questo ennesimo dispaccio dalle terre incantate del duo transalpino.
“Waves Of The Random Sea” prosegue, infatti, lungo le solite traiettorie cosmic&free-folk, magari accentuando qua e là l’intimismo delle loro sterminate panoramiche, ma senza veramente spostare di un millimetro il baricentro di un suono-perpetuo fatto di visioni celestiali e incantesimi terreni. Questi ultimi sono alla base, per esempio, del lento ed estatico planare di “Through Breaches In The Layer Of Fog”, un mantra rarefatto che si tinge di vocalizzi angelici e dolci tintinnii chitarristici, prima di abbandonarsi ad un deliquio di purissima nostalgia.
Dove non c’è disincanto e malinconico stupore, salgono a galla, invece, le solite inquietudini più o meno velate, più o meno totalizzanti. Ecco, dunque, il pulviscolo di bisbigli siderali di “Abduction Dream”, i vortici enigmatici del brano eponimo, le tinte raga della processione di “This Ice Fortess”, una “Drift The Water Soul” che va alla deriva nel cosmo, cercando di intrecciare le coordinate di “Still Desert”.
Brani che, almeno questa volta, appaiono fin troppo risaputi. Un po’ come se Solange e Mehdi, dopo il capolavoro “Shadow Kingdom” e l’ottimo “The Centauri Agent”, avessero deciso di inserire il pilota automatico, richiamando al massimo l’attenzione dei fan più accaniti, ma non degli ascoltatori più smaliziati.
La versione in vinile contiene un brano in più, “Split Realm”.
31/01/2011