Band Of Horses

Mirage Rock

2012 (Columbia)
country-rock

"L'idea dietro al titolo è che pensavo sarebbe stato divertente se qualcuno avesse sentito la mia musica da una certa distanza e si fosse avvicinato, per scoprire che non c'era niente. Insomma, il titolo è una battuta vera e propria su come una persona potrebbe prendere il mio stesso songwriting".
(Ben Bridwell)

Che personaggio, Ben Bridwell. Impossibile farselo riuscire antipatico. Dopo un disco prodotto da un certo Glyn Johns, il secondo per la Columbia, dopo che "Infinite Arms", il precedente, è entrato dritto nella Top Ten di Billboard, non sa come altro descrivere la scelta del titolo se non confessando che i testi dei propri pezzi... beh, semplicemente non hanno dietro niente, solo il flusso di coscienza del momento.
Non equivochiamo, "Mirage Rock" rimane un disco brutto, insipido, finanche privo sostanzialmente del vibe da cowboy di "Infinite Arms" e dei suoi anthem da saloon. Ma ancora testimonia, pur nell'ispirazione che è ormai un barlume dei bei tempi, dell'approccio di Bridwell alla musica e alla vita: ingenuo, una semplicità quasi ottusa, un'americanità da cartolina che non può non attrarre snobismi di ogni tipo, soprattutto ora che i muscoli si sono inesorabilmente infiacchiti.

Un certo tepore rassicurante e amorfo avvolge le tracce del disco, le numerose ballatine-pensierini (la conclusiva, baritonale! "Heartbreak On The 101", la moscia, prevedibile "Long Vows", la psichedelia zuccherosa di "Shut-In Tourist", lo stornello che fa il solletico di "Everything's Gonna Be Undone"; tutte più o meno fortemente influenzate dallo stile Laurel Canyon di Tyler Ramsey) si inframezzano placide, col loro tono nostalgico e confessionale, ai chitarroni da solleone di "Knock Knock", al power-pop alla Nada Surf di "Feud", alla West Coast di "A Little Biblical" (unica vera rifrittura).

Un pensiero finale viene, però, dopo la doppietta "Infinite Arms"-"Mirage Rock": che non si possa chiedere più di questo alla Band Of Horses. Un nuovo repertorio inoffensivo, perfino orecchiabile, un cuscinetto confortevole tra le pugnalate al cuore delle loro migliori cose, il tanto che basta a sopravvivere a un loro live attuale. E, lì, altro che miraggio: saranno la terra promessa di un'America di sogno, la potenza genuina e incosciente della gioventù a rivelarsi.

08/09/2012

Tracklist

  1. Knock Knock
  2. How To Live
  3. Slow Cruel Hands Of Time
  4. A Little Biblical
  5. Shut-In Tourist
  6. Dumpster World
  7. Electric Music
  8. Everything's Gonna Be Undone
  9. Feud
  10. Long Vows
  11. Heartbreak On The 101

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