Ebbene sì, “Catartica” quest’anno ha tagliato il traguardo dei vent’anni di vita, un anniversario che sulle pagine di OndaRock abbiamo recentemente festeggiato assegnando il flag di "pietra miliare italiana" all’esordio discografico dei Marlene Kuntz. “Catartica” costituì uno degli snodi cruciali di tutto il movimento alt-rock italiano anni 90 e tuttora continua a splendere di luce propria grazie alla presenza di brani che hanno fatto storia, quali “Nuotando nell’aria”, “Lieve” e “Festa mesta”.
La band di Cuneo (giunta al venticinquennale di attività, i primi passi furono percorsi nell’autunno del 1989) ha deciso di omaggiare il proprio lavoro più amato, quello che immediatamente la consacrò come stella di prima grandezza del circuito indipendente nazionale, con un tour celebrativo e l’emissione di un mini-album molto atteso, che vede ritornare Marlene verso le gesta di un tempo.
“Pansonica” è sin dal titolo il sentito riconoscimento a una delle canzoni più rappresentative di quella mirabile collezione (e di un’intera epoca musicale), quella “Sonica” che fu una vera e propria dichiarazione d’intenti, forte del ruolo simbolico derivante dalla suggestione evocata da una parola in grado di richiamare in maniera inconfondibile l’immaginario noise-rock di derivazione americana.
“Pansonica” è un disco composto da sette tracce, concepite nel periodo a cavallo fra il 1990 e “Il Vile” ma sinora inedite, eccezion fatta per “Donna L” che in una devastante versione live venne inclusa nell’Ep “Come di sdegno”. Quei brani risalgono al periodo musicalmente più urticante della formazione piemontese, alcuni persino quando ancora vi gravitava Alex Astegiano, tuttora al seguito del gruppo in vesti extra-musicali (fra le altre cose, ha curato l'immagine di copertina).
“Pansonica” quindi non è stato concepito per essere un freddo contenitore di B-side, rarità assortite e rimanenze di magazzino, bensì come un regalo creativo che Marlene ha voluto fare ai propri fan: quelle canzoni sono state riregistrate, ripensate e spedite nella contemporaneità, conservandone intatto lo spirito dell’epoca. Persino i testi sono rimasti inalterati, tranne due o tre parole nelle quali Cristiano Godano non si identificava più.
Il risultato finale è una raccolta che riporta chiaramente al sound dei primi anni 90, fatto di chitarre appuntite, sonorità graffianti, accordature non convenzionali, geometrie irregolari, slogan vomitati con rabbia sull’ascoltatore, insomma tutti gli ingredienti che hanno reso Marlene una creatura così tanto amata, da molti eretta a simbolo di una generazione.
In “Pansonica” ci sono solo pezzi provenienti dallo stesso periodo compositivo di “Catartica” e “Il Vile”, alcuni di loro potrebbero essere noti a chi segue la band dagli esordi, in quanto venivano eseguiti dal vivo e circolarono in rete grazie alle registrazioni pirata di alcuni live dell’epoca.
Quindi potrebbe esservi già capitato di imbattervi in “Capello lungo” o “Sotto la luna” (scelta per promuovere il disco sul circuito radiofonico), allora frettolosamente intitolata “Subitaneo”, composta durante le sessioni de “Il Vile”, e portata dietro fino a “Che cosa vedi”, senza mai riuscire a entrare in nessuna scaletta definitiva per motivi stilistici.
“Pansonica” ci torna a far respirare a pieni polmoni la stimolante atmosfera dei primi anni 90, proponendo quel perfetto mix di abrasività e melodia che da sempre costituisce il gradevole trademark di Cristiano Godano a compagnia.
Tutti coloro che hanno amato follemente i primi Marlene Kuntz troveranno qui il materiale più appropriato per far battere di nuovo i propri cuori. Per tutti gli altri potrebbe essere la giusta opportunità per una piacevole (ri)scoperta.
18/09/2014