Non solo, ma dopo qualche primo ascolto entusiasta sull'onda della nostalgia, appare subito evidente l'altro limite del disco: la non-memorabilità delle canzoni stesse. Non c'è assolutamente niente di brutto su "Xscape", ma la sbiadita agressività di brani come la title track, "Slave To The Rhythm" o "Do You Know Where Your Children Are" (titolo decisamente controverso considerata la famosa causa giudiziaria), non è certo in grado di competere col canzoniere del passato.
La curiosità maggiore, quindi, è rappresentata dai due pezzi più vecchi. Primo tra tutti il singolo "Love Never Felt So Good", sfiziosissimo brano del periodo d'oro a cavallo tra "Off The Wall" e "Thriller", e i leggiadri coretti ovattati della ballata "Loving You", fuoriuscita dal periodo di "Bad". Però se Battle of the Outtakes dev'essere, allora niente su "Xscape" può competere con una "Streetwalker", brano che lo stesso Jackson inserì nella ristampa di "Bad" del 2001 - chissà se avrebbe fatto altrettanto con almeno una delle tracce quì presenti?
Se non altro stavolta, in un esercizio di inedita trasparenza, la versione deluxe di "Xscape" riprone tutte e 8 le tracce esattamente come erano state lasciate in versione originale. Un perfezionista come Jackson si starà rivoltando nella tomba nel vedere queste versioni "grezze" rilasciate al pubblico, ma se di operazione nostalgia si tratta, allora queste sono quanto di più vicino ci si possa avvicinare oggi alla sua figura. Una linea di synth ormai invecchiatissima ("Chicago"), il semplice passo d'uomo di "A Place With No Name" o il 7" suonato a 33" nell'intro di "Loving You" non tramutano magicamente le canzoni in classici, ma mettono in risalto il protagonista, dando la momentanea illusione che sia ancora tra di noi. Ed è ancora "Love Never Felt So Good" a svettare sul resto, con un demo voce/piano (suonato da Paul Anka) che, nella sua semplicità, sublima tutta l'arte di Jackson come vocalist sopraffino: ritmo mantenuto con uno schiocco di dita appena e delivery ineccepibile, davvero non c'era bisogno di altro.
Semmai, sarebbe stato assolutamente da evitare che suddetta "Love Never Felt So Good" si trasformasse pure in un duetto con Timberlake, perché sentire quest'ultimo dire "lemme see ya move" a uno che sappiamo essere in avanzato stato di decomposizione suona alquanto grottesco.
Nella battaglia tra i fan più accaniti, per i quali "è tutto bellissimo", e gli eterni detrattori del personaggio (per lo più aggrappati alle controverse vicende biografiche), "Xscape" cade più o meno nel mezzo. Un album con due facce, una versione rimaneggiata con una montagna di stucco e di smalto per il pubblico generalista e una deluxe capace di incuriosire i più appassionati. Ma nel complesso, ancora niente di veramente memorabile.
(07/07/2014)