Aperto dai malinconici tratti pinkfloydiani di "Hatimanin" (che riecheggeranno, oscurate dalle nubi, anche nel breve interludio di "Alba"), "Jewels Of Crime" va subito in orbita con una "Light" che tiene insieme spigoli funk, scintillante esuberanza pop ed enfasi chiaroscurale, un numero trascinante e catchy che troverà, più avanti, degni comprimari in "Let It Fade" (dove strani echi Mike Oldfield - via "Tubular Bells" - si confondono tra suggestioni Talking Heads e world-music in sedicesimo), in una title track che fa gli Steely Dan angeli custodi dei primi Yeasayer (laddove in "Jareeze" la stessa sintesi, sballottata a destra e a manca da intrecci geometrici e contrappunti chiassosi, assume connotati psych) e, ancora, nella splendida "Wear The Rag", la cui filigrana post-punk esplode in un ritornello appiccicoso, prima di abbandonarsi in motorik-cadenza.
"Jewels Of Crimes" è, insomma, una piccola giostra di generi e stili, in cui l'energia sprigionata dai numeri più travolgenti è perfettamente bilanciata dai momenti più raccolti, come il desert-blues in orbita Tinariwen di "Love Shine", la chitarra acustica in riva al mare di "Merula" o il soul a mezz'aria, che muta in deliquio psichedelico, di "Human vs. Human".
(30/06/2016)