“Cult Following” è il secondo album di Little Scream, ennesimo puzzle complesso e multiforme difficile da catalogare e descrivere, ma del quale è impossibile non cogliere la consistenza sonora e la raffinata scrittura.
Laurel Sprengelmeyer è un’artista poliedrica, ha studiato piano e violino in tenera età, prima di approcciare la scrittura e il canto, sviluppando altresì attitudini artistiche complementari (suo il quadro a olio che campeggia sulla copertina del primo album). Nel suo curriculum fanno bella mostra le collaborazioni con Arcade Fire, Thee Silver Mt Zion e National (corista nell’album “High Violet”), artisti dai quali ha attinto quell’abilità di estrarre emozioni da linguaggi sonori familiari.
La musica di “Cult Following” è puro dream-pop, non per una collocazione stilistica ben precisa, piuttosto per quell’attitudine al sogno e alla mancanza di logica; le canzoni sono incubi, o se volete sogni, apparentemente morbidi e concilianti, eppure ricchi di trappole e sorprese.
Elaborato e curato nei particolari, il secondo album a nome Little Scream passa dalla disco post-Bee Gees di “Love As A Weapon” al dream-folk etereo di “Silent Moon” senza mostrare segni di schizofrenia o ambiguità.
Le canzoni si susseguono evolvendosi dal synth-pop glaciale (“Dark Dance”) verso sotterranee atmosfere elettro-folk (“Evan”), con mutazioni stilistiche che si avvicendano anche all’interno dello stesso brano (“Wreckage”), coinvolgendo una quantità enorme di strumenti e di ospiti estemporanei, tra i quali Sufjan Stevens, Sharon Van Etten, Aaron e Bryce Dessner (National), Kyp Malone (Tv on the Radio) e Mary Margaret O'Hara.
Nonostante le premesse siano quelle di un art-pop multiforme e leggero, “Cult Following” è un disco abbondante e imprevedibile, ricco ed elaborato al punto da poter risultare pretenzioso.
Il graffio rock di “The Kissing” non disdegna cambi armonici tipici del progressive, “Silent Moon” varca i confini del folk sposando lo stile poetico asciutto di Karen Dalton con il suono visionario di Julee Cruise, mentre “Wishing Well” si adagia in quel mondo fantastico dove Kate Bush e i Sigur Ros giocano con i fantasmi.
Album non facile e spesso fuorviante, il nuovo progetto di Little Scream rischia di confondere l’ascoltatore per l’eccessiva varietà delle canzoni, ma è proprio in questa intrigante mutazione stilistica che risiede il fascino di “Cult Following”, uno dei dischi più spiazzanti dell’anno che si fa amare o odiare con la stessa intensità.
Maneggiare con cura.
(05/11/2016)