Nell’estate del 1990 non persi i Rolling Stones allo Stadio Flaminio di Roma: temevo potesse diventare l’ultima occasione utile per vederli suonare dal vivo. Mi sbagliavo di grosso: quasi tre decenni più tardi sono pronti a tirar fuori un nuovo album, a undici anni di distanza da “A Bigger Bang”.
“Blue And Lonesome” non contiene tracce autografe, il quartetto ha deciso di reinterpretare dodici blues, quasi tutti del periodo a cavallo fra gli anni 50 e 60, registrati nel giro di tre giorni e affidati alle attenzioni del co-produttore Don Was.
Una sorta di ritorno alle origini, visto che i giovanissimi Jagger e Richards (come Keef ha raccontato nell’autobiografia “Life”) trascorrevano a inizio carriera ore e ore suonando sopra i dischi blues d’importazione che riuscivano a rimediare a quei tempi.
Fu così che perfezionarono la propria tecnica e fu così che impararono a scrivere pezzi di proprio pugno, in grado di rielaborare quegli stilemi secondo la propria personalità, divenendo di lì a poco una delle massime realtà non solo musicali ma anche di costume nell’Inghilterra degli anni 60, restando nel mito per diverse generazioni a venire, fino ai nostri giorni.
“Blue And Lonesome”, il loro cadeau natalizio, è un disco di cover (quasi tutte) così poco conosciute da sembrare composizioni inedite degli Stones. Tutto è suonato a regola d’arte, sia i brani più trascinanti ("I Gotta Go", “Ride ‘em On Down”, "Just Like I Treat You"), sia quelli più sofferti (“All Of Your Love”, "Hoo Doo Blues", "Little Rain"), sempre con grande rispetto per gli originali. Jagger dimostra di avere ancora una voce straordinaria, e di essere un grande armonicista, come quel Little Walter che sembra proprio essere uno dei massimi ispiratori di questo progetto, visto che si ripesca più volte dalla sua discografia, a partire dal successo del 1962 “Just Your Fool”, scelto per aprire questa selezione.
Se non bastassero le chitarre di Richards e Wood, interviene anche Eric Clapton ad aggiungere la propria in “Everybody Knows About My Good Thing” e “I Can’t Quit You Baby”, il brano più celebre della scaletta, grazie all'inarrivabile versione che ne fecero i Led Zeppelin nel leggendario disco di debutto.
Omaggi a Howlin’ Wolf, a Memphis Slim, a Willie Dixon, a Jimmy Reed e tanta voglia di dimostrare di non essere ancora pensionabili, riuscendo per di più a confezionare un prodotto per veri intenditori, purista ma al contempo ben radicato nella contemporaneità.
“Blue And Lonesome” è un elegantissimo e convincente disco di standard blues suonato dalla più grande rock’n’roll band di tutti i tempi, un lavoro sincero e viscerale, voluttuoso e sensuale, come soltanto un disco degli Stones può essere.
11/12/2016