Dalek

Endangered Philosophies

2017 (Ipecac)
hip-hop, alt-rap

Il master of ceremonies della New Jersey underground e ultra-rumorosa, Will “Dalek” Brooks, perso, dopo Still, anche Oktopus all’indomani di “Gutter Tactics” (2009), si stringe ancora una volta ai nuovi compagni d’avventure, DJ Rek e Mike Manteca, in una nuova edizione della line-up - già rodata nel predecessore “Asphalt For Eden” (2016) - per ufficializzare la rentrée, “Endangered Philosopdies”.

L’intellighenzia dei tre partorisce numeri ancora potenti, come “Echoes Of…”, un battito notevolmente rallentato, un’introversione nebbiosa, gli scratch scolpiti sotto la cortina di rumore: un buon esempio di quello che si potrebbe etichettare come noise-doom. Pur mancante di spinta, “Few Understand” suona come un verace j’accuse alla massa ignorante punteggiato di dissonanze petulanti alla Public Enemy. Nuovo piccolo classico, “A Collective Cancelled Thought” è un minuto di predica rabbiosa (per loro tipicamente distopica) racchiuso in una lunga, sofferta cavalcata elettroacustica.

Sfilano poi numeri depressi e minori, una quieta psichedelia ambientale (“Battlecries”, “Weapons”, “Sacrifice”), accoppiata nel mucchio a forme disarmoniche ma fondamentalmente riappacificate con la tonalità e a tratti persino con la melodia (“Beyond The Madness”, “The Son Of Immigrants”), al massimo procedendo per un assemblaggio di ambient cupo e un andazzo che paga pegno alle radici loro old-school (“Nothing Stays Permanent), fino a sfiorare la ballata soul (“Numb”). Non c’è dubbio che lo storico assalto cacofonico sia qui tentennante e trattenuto, a volte trasognato, pure inquinato di pompa.

Se al settimo album (ottavo contando la mega-traccia “Untitled”, 2010) un complesso arguto e sempre sul pezzo come questo comincia a suonare abbarbicato a sé stesso, e appena più imborghesito, non è un dramma. Temi sociali e musica escono ancora dirompenti, ma stavolta ai tre riesce meglio il montaggio sonoro più che il sabotaggio arrembante. Pochi agganci al fronte dell’avanguardia, perché manca un producer spericolato, e allora c’è una schizofrenia: parole esageratamente evidenziate da una parte, cura di designer dall’altra. Ritorno a casa Ipecac, e si sente.

12/11/2017

Tracklist

  1. Echoes Of…
  2. Weapons
  3. Few Understand
  4. The Son Of Immigrants
  5. Beyond The Madness
  6. Sacrifice
  7. Nothing Stays Permanent
  8. A Collective Cancelled Thought
  9. Battlecries
  10. Straight Razors
  11. Numb

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