Per un breve attimo è sembrato che i Districts avessero le qualità giuste per riportare in auge quell’indie-rock americano che aveva caratterizzato i primi anni del terzo millennio. Il nuovo album “Popular Manipolations” si presenta con tutte le migliori premesse, grazie a una maggiore fiducia del gruppo nei propri mezzi e a una produzione più elaborata e corposa, che cerca di allontanare quelle ombre che minacciavano il loro passionale ed energico mix di sonorità in stile Wolf Parade, Arcade Fire o Killers.
Il risultato è un disco che suona non solo diverso dai precedenti, ma anche meno personale e incisivo. Sembra quasi che all’incremento sonoro e alla maggior cura degli arrangiamenti corrisponda un inaridimento creativo, che rischia di evidenziare ancora di più i palesi limiti tecnici dei quattro ragazzi della Pennsylvania.
È vero che in queste undici tracce c’è forse il primo potenziale hit-single della loro carriera, ovvero quella malinconica e trascinante ballata rock “Ordinary Day”, che a questo punto assume il ruolo di catalizzatore commerciale di un album destinato a riempire gli scaffali dei dischi invenduti.
La monotonia della formula sonora di “Popular Manipulations” mette in discussione le piacevoli intuizioni del precedente album “A Flourish And A Spoil”, che a questo punto sembrano essere state più il frutto della produzione di John Congleton (St Vincent, Cloud Nothings), che in questo nuovo capitolo limita la sua presenza a sole quattro tracce.
La voce di Bob Grote prevale sul comunque più robusto e ruvido assetto sonoro, mascherando in più di un occasione la ripetitività e la banalità di alcune intuizioni armoniche, cercando inutilmente di elevare il tasso di drammaticità delle robuste ma mai potenti canzoni.
Il guitar rock dei Districts è già trasmigrato dal piacevole al patetico, le sonorità sono tronfie e il lirismo è confuso anche quando sembra accattivante e gioioso (“Violet”, “Point”), e neppure le uniche oasi di “Popular Manipulations” (la tenera “Why Would I Wanna Be”, l’intensa “Will You Please Be Quiet Please”) riescono a salvare un album privo di spessore.
09/01/2018