Fallen

Il poliedrico musicista Lorenzo Bracaloni da anni si divide instancabilmente in due prolifici progetti - The Child Of A Creek e Fallen - che vanno dallo psych-folk tenebroso e intimista (il primo) al mondo dell'elettroacustica atmosferica (il secondo). Il nuovo album a nome Fallen, pubblicato due anni dopo le esplorazioni lunari di "The Secrets Of The Moon", continua con complessità il percorso creativo tracciato nel 2015.

Bracaloni suona synth, pianoforte, organo, oboe, santur, koto, chitarra elettrica e basso, oltre a un'infinità di manipolazioni sonore che conducono a eterei flussi cosmici che rimandano alla vecchia generazione di musicisti elettronici; da Brian Eno al krautrock, dalle suite di Mike Oldfield alla cinematica di Vangelis sino ai ritmi pop-rock degli Alan Parsons Project. Le influenze dell'elettronica di ricerca contemporanea (Tim Hecker, Rafael Anton Irisarri, Ben Frost eccetera) appaiono invece ridotte ai minimi termini, mentre non mancano quelle più vicine al versante del post-rock più elettronico.

Le sei lunghe composizioni interamente strumentali sono segnate da ritmi lenti e tappeti di organo quasi floydiani come quelli che danno il via all'iniziale "Echoes And Sin", per proseguire con flebili note di piano accompagnate da eterei accordi di chitarra elettrica manipolata, fino a un breve finale quasi epico. La title track assume cinematiche connotazioni dark per poi ammorbidirsi in delicati fiati new age che hanno più di qualche parentela con i lavori giovanili di Mike Oldfield. "Shimmering" evolve quasi come un brano pianistico di modern classical, mentre in "Eyes Like Windows" i ricordi parsoniani sono evidenti.

Tra i momenti più alti dell'album c'è "A New Beginning", in particolare nel finale dilatato e ripetitivo di synth, chitarre processate, organo e santur che sintetizza con maestria la poetica di Lorenzo Bracaloni.

11/04/2017