Indiscusso leader dei redivivi Smashing Pumpkins, Billy Corgan (qui riscopertosi col nome completo, William Patrick) aggiunge ancora un altro tassello ai suoi non esattamente esaltanti progetti solisti - ricordiamo anche l’infausto supergruppo degli Zwan - tramite il suo secondo “Ogilala”.
Dominano da principio a chiusa appassite, caduche ballate acustiche cariche di assortiti rimpianti di mezz’età. La sua voce stridula, talvolta involontariamente comica sul falsetto o modulata vistosamente col vibrato, mal si accorda al contesto delle più classiche note ribattute di pianoforte alla “Imagine” di John Lennon (“Zowie”, “Mandarynne”, “Aeronaut”), o persino fatica ad arrivare alla giusta tonalità in semplici refrain che fanno il verso ai Coldplay (“The Long Goodbye”, “Half-Life Of An Autodidact”).
Gli si addita maggiore sincerità (in parte è vero per “Amarinthe”) rispetto al predecessore “The Future Embrace” (2005), ma si scorge solo un patetico riciclarsi come un improbabile Elton John per i nostalgici degli anni ruggenti dell’alternative anni 90. “Take Me As I Am…” canta in “The Spaniards”. Non è cosa semplice: la produzione di Rick Rubin (uno sciacquio svenevole di tastiere e violini) fa di tutto per renderlo ciò che non è mai stato. Oppure è proprio questa senilità la sua vera anima? Cameo del chitarrista storico dei Pumpkins, James Iha (praticamente tutta sua la meno peggio, “Processional”).
20/11/2017