Poco dopo l'uscita dell'album eponimo, i Senketsu No Night Club prendono nuovamente vita con “Shikkoku”, opera che prosegue il percorso dark-jazz iniziato quest'anno da Giovanni Leonardi (chitarra, basso, synth) Adriano Vincenti (drone, sampler) e Ian Ferguson (sax). L'ispirazione anche questa volta viene dalla musa giapponese Furachi Life, performer e artista visiva presente in copertina. Tra l'Italia e il Sol Levante, la band continua a esplorare territori oscuri, abbandonando però le digressioni noise che avevano caratterizzato il primo atto della loro creatura. "Shikkoku" (giapponese per "catene") lascia infatti da parte ogni velleità caotica e rumorista a favore di una voluttuosa melodia, che seduce l'ascoltatore e lo porta a sé nel suo mondo appassionato e caloroso, ma non privo di pericoli.
L'opener "衝動の契" rappresenta alla perfezione gli "impulsi" preannunciati dal titolo, con il suo incedere languido e minacciosamente erotico. Si tratta di una musica molto filmica e caliginosa, come è evidente in brani come "漆黒" e la title track, dove il sax di Ferguson e le trame elettroniche di Leonardi e Vincenti fluttuano senza mai scavalcarsi, riuscendo sempre a tenere bilanciati ritmi e volumi come se stessero allestendo un pinku eiga stilisticamente raffinato.
Il paragone per eccellenza rimane quello con i Bohren & Der Club Of Gore, anche se spogliati dei loro sinistri presagi e trasportati con fatale sensualità nelle lande giapponesi: emblematica in tal senso è "Nikutai No Gakko", ispirata al libro "La scuola della carne" di Yukio Mishima. Ma è inutile fare raffronti, perché nella semi-badalamentiana "Pleasure Can", nelle precise ritmiche doom-jazz di "愛の渇き" e nel rapture dark-ambient di "Aokigahara Jukai" (la foresta nota per essere teatro di numerosi suicidi), i Senketsu No Night Club dimostrano di avere trovato una personale e avvincente cifra stilistica.
(06/12/2018)