Dismessi per un attimo i panni di demiurgo dei Lay Llamas, il polistrumentista siciliano Nicola Giunta torna a indossare le vesti di "Mouse And Sequencers", progetto solista inaugurato nel 2003 da uno split-album al fianco di Claudio Rocchetti, Campofame e Pola, e proseguito nel 2011 con "The Sea In My Cassette Recorder". Con l'intento di compilare una prima "antologia" della sua attività di indagatore sonoro, Giunta inscrive il nuovo capitolo "Didactic Music", pubblicato su cd da Backwards, nel solco di una library-music visionaria, devota a figure ingombranti come Egisto Macchi o Stefano Torossi, e di un'elettronica sognante, dolcemente malinconica. Ne sono prova l'effimera traccia kosmische d'apertura, "Ancient Chants", e la seguente "Down Into The Black Hole", assestata su morbide trame folktronic cui fanno da contraltare i fugaci guizzi di sperimentazione analogica messi a punto in "Early Computers" e "Encrypted Information". Scie di polveroso blues à-la Mike Cooper affiorano nell'eterea "Exotic Postcards", per farsi più graffianti nella ruvida chitarra di "Giant Squids", inframezzata da granulose interferenze magnetiche.
Con "Nuclear Fallout" e "Opaque Colors", Giunta riesuma le atmosfere Idm impresse sugli introvabili nastri della collana "Old Tunes" firmata dai Boards Of Canada. "New Socialism" e "Postal Service's Official Anthem" soffondono invece sentori di "mele d'argento lunari" che ci spingono tra le braccia cullanti della bucolica "Rationalist Architecture". A partire dal titolo, "Scientific Workroom" prospetta una rapida incursione nell'astrattismo di quella "Industria 2000" avviata nel 1974 da Jarrell, una delle molteplici maschere musicali del compositore Amedeo Tommasi.
L'ambient siderale di "The World Of The Ants" disturba i tentativi di comunicazione con la Terra, come testimoniano le registrazioni scomposte e gli arpeggi sfasati di "Trans-Oceanic Radio Broadcasting", in odor di Focus Group.
Gli ultimi, flebili segnali promanano da "Underwater Landscapes", prima che lo spazio aperto si riveli nelle note impalpabili e distensive di "Unmapped Islands", di sicuro il lato più splendente di questo multiforme poliedro sonoro che Mouse And Sequencers confeziona per le nostre orecchie.
(18/12/2019)