Negli anni 90 Alanis Morissette ha sparigliato il mondo del mainstream col celeberrimo "Jagged Little Pill" (1995), Lp che in quella scena ovattata ha portato una certa carica vitale e una voce per nulla convenzionale, ottenendo - proprio per questo - una meritata quanto inattesa affermazione. Il successo degli anni 90 è anche in parte dovuto a quell'aria di ragazzina bella e indifesa nei confronti delle difficoltà della vita (i rapporti con gli uomini, i problemi tipici di una qualunque ventenne della sua generazione) che ha certamente creato un'istintiva empatia dell'ascoltatore nei suoi confronti. Oggi Alanis Morissette non è più la ventenne degli esordi, ma una quarantaseienne matura con una vita piena di contraddizioni, che nonostante i vari tentativi non è mai riuscita a ripetere il clamoroso miracolo del 1995.
Oggi la cantautrice canadese cerca di rigiocare le stesse carte mettendosi nuovamente a nudo, passando da adolescente problematica a madre borghese apprensiva, parlando di temi personali aggiornati alla sua età, quali depressione post-partum, alcolismo, rapporti madre-figlio. Da questa fase della vita nasce "Such Pretty Forks In The Road", nuovo percorso psicologico che - per quanto non tocchi apici di poesia - potrebbe essere una boccata d'ossigeno nel mondo patinato del mainstream. La musica, invece, è già sentita mille volte, una ripetizione di un formato canzone pop che evita le goffaggini e le spudorate falsità delle classiche popstar sfonda-classifica, ma che resta sempre convenzionale, pur puntando molto sulle piccole vicende quotidiane della vita reale, quindi mantenendo almeno un aspetto di sincerità quasi sempre sconosciuto nel mondo del pop da tv.
È indubbio che brani come "Smiling" puntino al sound degli anni 90, con una voce ancora meritevole di lodi, sofferente tentativo di sorridere nonostante tutto. Altri, come la hit "Reasons I Drink", diventano interessanti sedute di psicoanalisi, oltre che - in questo caso - l'unico episodio che si allontana parzialmente dal consueto pop à-la Morissette. Per il resto tante ballad melodiche e zuccherose, a volte stucchevoli, a volte piacevoli, che confermano Alanis come una sorta di anomalia nel mondo del mainstream, ma che di certo non sono destinate a cambiare il mondo della musica pop.
06/09/2020