"WHOA" è il classico disco della maturità. L'album con cui svoltare in qualche modo e scoprire nuove carte. Si prenda da esempio la ritmica stralunata di "Ultraviolet", cantata in compagnia della rapper statunitense Ivy Sole. A controbilanciare il ricamo acustico posto in attacco sono i tempi dispari uniti a morbide contrazioni ritmiche. Una soluzione appagante, come quella dei due ipotetici intermezzi che la racchiudono: "Audio 1" e "Audio 2". Tra una ballata lunare e l'altra, BIRTHH traccia de factoun sentiero personale nel microcosmo indie odierno, avvalendosi di candori elettronici e accordi il più delle volte cullanti. Le parole intrecciano sogni, speranze, stelle, pianeti, elefanti scanzonati, cani spaziali, desideri reconditi e visioni quotidiane, come ben esplica un passaggio di "Human Stuff":
Tie your sneakers, shoes come untiedI tre minuti scarsi di "Elephants Sing Backwards" suscitano melanconia. Spuntano anche uccellini in sottofondo campionati e da contraltare ad arpeggi dimessi. "Space Dog" unisce ancora una volta le due inclinazioni sopracitate della musicista toscana, soprattutto nel finale, a suo modo spaziale e timidamente accattivante. È la chiusura perfetta di un disco che riporta a galla fascinazioni dimenticate fin troppo in fretta di un cantautorato pop in salsa indie e dalle tinte rosa in voga "soltanto" due lustri fa, infarcendolo qui e là con diversivi calibrati e al contempo smaniosi.
Walk on water, you'll be fine again
Always on the concrete mile
I try to take some risks
Why do you care?
(31/05/2020)