Kairon; IRSE!

Polysomn

2020 (Svart)
shoegaze, neo-psych, space-rock, post-rock

I Kairon;IRSE! dalla Finlandia ritornano con quello che con tutta probabilità è il loro album più completo: "Polysomn". Forse meno spiazzante del loro gioiellino "Ujubasajuba", che rinnovava gli stilemi del post-rock, è però più corposo e rifinito, e certamente supera in espressività il precedente buon "Ruination". Lo stile del gruppo si è molto evoluto negli anni e il songwriting è questa volta maggiormente concentrato sulle atmosfere oniriche e le stratificazioni psichedeliche, a scapito delle influenze progressive-rock del predecessore, che sono ora messe più in disparte anche se non abbandonate del tutto, come quando le tastiere si esibiscono in assoli cullanti.

Il filo conduttore tra i brani è il connubio tra l'effettistica dello shoegazing e l'eredità sonora e timbrica dei Pink Floyd. I tenui tappeti atmosferici si avvicinano ai soundscape di Gilmour e soci, ma con un tocco più etereo soprattutto a livello vocale che ricorda gli Slowdive (i quali a loro volta erano anch'essi pinkfloydiani). Nel mentre si inseriscono esplosioni più intense vicine a HawkwindCan e altri. L'amore per il passato non si tramuta mai in citazionismo, i Kairon;IRSE! fondono tutto in un lavoro compatto e coerente.
L'apertura affidata a "Psionic Static" è un accattivante caleidoscopio di emozioni sonore, pennellate dal fuzzing degli attacchi di chitarra che poi affondano in atmosfere celestiali che accompagnano la voce in falsetto effettata di Dmitry Melet. La sua presenza è quasi quella di uno spettro etereo che aleggia sui riff e sulla sezione ritmica.
La successiva "Retrograde" esprime un senso viscerale di estasi e di contrasto, come in un trip onirico che porta nello spazio aperto, grazie alla miscela dolceamara di spedite percussioni che rimandano al kraut-rock, chitarre lisergiche (soprattutto nell'assolo fulminante), bassi intermittenti e tenui nenie slowdiveiane di Melet di sottofondo.

"Welcome Blue Valkyrie" è uno dei due apici del lavoro: la canzone parte straniante e malinconica, con voce mesta adagiata su tenui accordi che rimbombano, per poi svilupparsi in una lenta coda distorta e psichedelica; il tutto è inondato di effetti e stratificazioni tipiche di shoegaze, dream-pop, acid-rock e space-rock.
"An Bat None", se non fosse inserita in un contesto più contaminato e dilatato, potrebbe essere da sola un manifesto di genere dello shoegazing, iniziando con un vibrato à-la My Bloody Valentine cui fanno seguito sintetizzatori che ricordano i Fishmans. Vengono poi le tonaltà più distese e malinconiche di "Mir Inoi", accostabili ai Porcupine Tree degli esordi per come l'hammond si inserisce tra gli arpeggi.

"Altaïr Descends", dalle partiture maggiormente elettroniche e atmosferiche, è l'altro apice e stupisce con il suo intenso crescendo sonoro, fatto di bassi e di tastiere che nuovamente iniziano più sommessamente, mentre la voce in falsetto richiama i Sigur Ròs, per poi lasciare spazio alle stratificazioni chitarristiche, degne degli M83, seguendo lo schema soft/loud di una parte del mondo post-rock.
La strumentale "Hypnogram" ricorda molto sonorità space-rock anni 60, ma la sua progressione dilatata funge da lungo antipasto prima dell'effettata "White Flies", intensa e al cardiopalma. Infine, la chiusura è affidata alla breve ed epica title track pinkfloydiana con i suoi intrecci di chitarra e sintetizzatore.

In definitiva, "Polysomn" è una gradita riconferma dei Kairon;IRSE!, abili e competenti nel proporre questo tipo di sonorità. Non un lavoro rivoluzionario che trascende i canoni prima stabiliti e istituzionalizzati, ma un'eccellente opera di sintesi degli stessi, genuinamente spontanea, trasudante sincero amore per questi suoni e padronanza del linguaggio musicale. 

23/12/2020

Tracklist

  1. Psionic Static
  2. Retrograde
  3. Welcome Blue Valkyrie
  4. An Bat None
  5. Mir Inoi
  6. Altaïr Descends
  7. Hypnogram
  8. White Flies
  9. Polysomn

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