Touché Amoré

Lament

2020 (Epitaph)
post-hardcore, screamo

Si sono presi del tempo i californiani Touché Amoré, prima di dare un seguito a quello "Stage Four" del 2016 che è ritenuto, un po' all'unanimità, il vertice della loro produzione. Nei quattro anni che separano i due dischi, rappresentando lo iato più lungo mai intercorso tra due lavori della formazione, Jeremy Bolm e i suoi non sono però stati del tutto fermi; risale infatti allo scorso anno "Dead Horse X", un disco che celebra i dieci anni del debutto "...To The Beat Of A Dead Horse" riproponendone con registrazioni nuove di zecca l'intera tracklist.
Dare vita a materiale originale dopo un disco carico di significati e di dolore come il loro quarto non deve essere stato facile. Il titolo dello struggente "Stage Four" non numera infatti soltanto un capitolo discografico, ma si riferisce anche alla fase metastatica del cancro, quella da cui escono in pochi, e dunque alla morte della madre di Jeremy Bolm proprio a causa del male incurabile. Dopo un disco così intenso, intimo e disperato, scegliere con che registro affrontare la scrittura di canzoni nuove ha chiaramente necessitato tempo e riflessioni.

Per "Lament" i californiani hanno infine scelto un approccio che potremmo chiamare back to basic, un ritorno a quello che hanno sempre saputo fare, al suono lapidario e frastornante che nel giro di una decina di anni li ha consacrati come una delle più solide realtà post-hardcore e screamo del panorama, ma soprattutto a canzoni slegate tra di loro. Piene di dolore e grida come ci si aspetta da una formazione del genere, ma libere di spaziare da un tema all'altro, da un angolo dell'anima all'altro.
La partenza è bruciante. Un terremoto ritmico-chitarristico intitolato "Come Heroin" abbatte tutto quello che incontra come fosse napalm e spiana la strada a una title track devastata dalla batteria di Elliott Babin, qui ancora più tonante, e dal canto lancinante di Bolm, che sfoggia sin da subito una forma vocale invidiabile.
Proseguono nel solco, ma con il lato melodico meno abbozzato, anche "Feign" e "Reminders", quest'ultima accompagnata da un tenero video in cui numerosi amici della band appaiono in compagnia dei loro animali domestici - tra questi spiccano Skrillex, il chitarrista dei My Chemical Romance Frank Iero e il cantante e chitarrista dei Manchester Orchestra Andy Hull.

Hull fa capolino anche nella struggente "Limelight", dove offre il suo controcanto nasale agli strepiti sgolati di Bolm, che denuda ancora una volta le sue fragilità in un testo ispirato dalla morte delle sue cagnoline Marianne e Melissa. Il brano più breve in scaletta, "Exit Row", è una mina post-hardcore, mentre "I'll Be Your Host", quasi per controbilanciare la presenza delle due inclinazioni, ha la statura del classico screamo.
In questo inferno di ritmi rutilanti e cascate di riff di chitarra iper-distorti, con la sua melodia aperta e fiduciosa e con il fantasma di quella che sembra una slide guitar, "A Broadcast" fa la parte della mosca bianca. Parte ugualmente sommessa l'ultima traccia, "A Forecast", che impenna però nel finale e incendia la scena prima che la batteria chiuda i battenti del disco in solitudine geometrica.

"Lament" è certamente un disco meno compatto e imponente di quello che lo ha preceduto, tanto che a tratti può risultare persino sfilacciato. L'esperienza della band, il suo impareggiabile coraggio nel mostrare ferite e cicatrici e la sua capacità di parlare agli ascoltatori, specie a quelli più giovani, ne fanno un lavoro comunque intenso e che (dovessero finalmente ricominciare) promette live catartici e infuocati.

30/10/2020

Tracklist

  1. Come Heroine
  2. Lament
  3. Feign
  4. Reminders
  5. Limelight
  6. Exit Row
  7. Savoring
  8. A Broadcast
  9. I’ll Be Your Host
  10. Deflector
  11. A Forecast


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