Prendete contatti con gli Stupid Set per una guerriglia a bassa intensità. Assoldate i Gaznevada per un'imboscata fulminea. Mandate avanti gli Hi-Fi Bros per un atto dimostrativo d'effetto. Chiedete consiglio ai Central Unit per una clandestinità a prova d’intercettazione. Se però volete minare alla base le impalcature della musica italiana, vi toccherà fare i conti con i Confusional Quartet. Non cadete nel tranello: sembrare i ricercati meno pericolosi li rende solo più subdoli. Maestri della confusione, per l'appunto, con tanto di biglietto da visita da provetta jazz band.
La loro strategia punta su una perfetta aderenza tra mezzi e fini: ricalcando la dissacrazione miniaturizzante del "Commercial Album", Marco Bertoni e compagnia suonante si accaniscono su quella canzonetta che è uno dei baluardi sociologici del Belpaese. L'esordio del 1980 è un musicarello satanico che, imbacuccato sotto un manto prog-fusion da tardi Rocker In Opposition, sviluppa vecchie foto del dopoguerra in un acido bagno post-punk. Astratto e lezioso, tra disimpegno virtuoso e cerebralità futurista, il loro arguto divertissement è un virulento (per quanto camuffato) assalto al cuore dell'italianità in note.
Masticato e ricomposto in 13 jingle devianti, sfila un deformato campionario del costume musicale tricolore (dalla frivolezza sanremese alle colonne sonore di genere, dalle polke emiliane alle giravolte del Neapolitan jazz-rock) abolendo però la tanto decantata componente vocale, soppiantata alla bisogna da inquietanti sample (che nella minacciosa "Guerra in Africa" preconizzano i concittadini Disciplinatha). Il nuovo emerge più sfacciato/sfaccettato tra le devoluzioni ossessive di "XXX?" o le nevrosi synthetiche di "Pensione elastica", a celebrare un matrimonio finalmente accettabile tra damigelle punk e dinosauri progressivi, senza negarsi qualche scintillante esercizio di stile (i Santo & Johnny dubby di "Beguine sulla luna"). Quanto a "Volare", in tribuna d'onore tra le cover più alienate di sempre, c'è solo da inchinarsi.
Chiude la fiera l'autistico infrangersi della puntina contro il vinile esaurito, rintocco mortuario per un paese inebetito dalla sua festa perenne. Macabro anatema? Macché, amabile ironia: la stessa che plasma una giostra godibilissima dal primo all'ultimo giro, manovrata dalla formazione tecnicamente più dotata di quell'irripetibile "Bologna Rock" celebrata nella traccia omonima.
Prima ristampa in assoluto, su procace vinile rosso 180 gr, a cura di mamma Italian Records - e chi sennò? In uscita per la stessa scuderia anche un raro 10'' dell'81 rimpolpato con un live inedito e copertina floreale scippata a Giacomo Balla, tanto per controfirmare la rivendicazione.
26/09/2021