Ma come: non bastavano gli album degli Osees sparati fuori ogni tre per due, senza contare i vari progetti paralleli che spuntano come i funghi? Ebbene no, non bastavano. A poche settimane dalla pubblicazione dell'ultimo lavoro in studio della sua più celebre creatura, il terzo in una manciata di mesi, John Dwyer torna alla ribalta e - udite udite - questa volta lo fa addirittura a suo nome, nonostante in questo "Endless Garbage" (titolo fin troppo schietto, invero) il Nostro sia tutt'altro che solo.
L'intero repertorio nasce infatti da parti di batteria di Ted Byrne sulle quali Dwyer ha aggiunto e stratificato strumenti, chiamando in causa i vari Greg Coates, Tom Dolas e Brad Caulkins, pur senza mai riunirli in un stesso luogo fisico - i tempi, purtroppo, sono quelli che sono. Ciò che ne è scaturito, al solito, sfugge alle logiche del buonsenso: le otto tracce - per un totale di 26 minuti - non sono che caotici sketch di fusion free-jazz talmente frammentari da risultare destrutturati nonostante il peso specifico preminente della batteria.
Se l'obiettivo è rappresentare il caos e il disorientamento, eventualmente declinati rispetto alla realtà e ai tempi che stiamo vivendo (ma conoscendolo saremmo propensi a dubitarne), allora potremmo anche ammettere che la missione sia stata compiuta. I brani si muovono senza direzione, come una jam session alla quale ciascuno dei musicisti coinvolti ha voluto aggiungere un elemento slegato rispetto agli altri. Anche quando pare esservi un barlume di senso compiuto, come in "No Flutter", il tutto si discioglie in una melassa informe e scoordinata.
Intendiamoci, il tutto è assolutamente voluto, diremmo persino creato ad arte. Il punto però è proprio questo: l'ostentazione dell'eccesso, dell'illogico, dell'estremismo militante può anche andare benissimo, purché anche l'ascoltatore ne possa ricavare qualcosa. Da questa "infinita spazzatura", invece, appare difficile riuscire a ottenere qualcosa di buono, come ad esempio un'emozione, un guizzo, una qualsiasi cosa - fosse anche in senso negativo - in grado di restare.
23/03/2021