Moin

Moot!

2021 (AD 93)
post-rock, experimental-rock

Meglio noti come Raime, a inizio dello scorso decennio i due manipolatori sonori londinesi Joe Andrews e Tom Halstead hanno creato uno dei sound elettronici più cupi e occlusivi di cui si abbia recente memoria. Il vacuum grigio dell’era post-industriale, un buio impenetrabile, polveroso e un senso prevaricante di solitudine, condensati in un oscuro flusso di beat spettrali che echeggiano nell’etere. Dance music per anime macabre e solitarie.

Già nel 2013, i due fecero esordire questa loro altra sigla, Moin (con un Ep eponimo), che introdusse chitarre distorte e ammiccamenti al rock più asfittico nelle fabbriche dismesse del progetto-madre. Quanto succede in “Moot!” è tuttavia inaspettato e, relativamente alla storia del duo, rivoluzionario. Non solo le chitarre che ringhiano insistenti sin dalla lirica apripista “No To Gods, No To Sunsets” hanno preso pieno controllo, facendo del disco un lavoro post-rock-hardcore a tutti gli effetti, ma l’ingresso in formazione della batterista pugliese Valentina Magaletti (già percussionista live dei Raime, oltre che instancabile motore ritmico di Vanishing Twin, Tomaga, Fanfarlo, Shit And Shine e chi più ne ha più ne metta) imprime agli otto pezzi instancabile nerbo.

Ciascuno dei circuiti ritmici della barese brilla per fantasia e adeguatezza agli scenari sonori costruiti dalla ditta Andews-Halstead. Nell’andamento doom di “No To Gods, Not To Sunsets” la Magaletti ci mette un groove funesto e ottuso, nella successiva “Crappy Dreams Count” fustiga freneticamente i piatti chiusi, mentre nella più tribale ed elettronica “I Can’t Help But Melt” (il brano più vicino di tutti alle atmosfere dei Raime) dà prova di plasticità e metronomica precisione.
Joe e Tom, invece, suonano come fossero gli una via di mezzo tra gli Slint, degli Jesus Lizard con frammenti spoken word al posto degli sbraiti di Yow e dei Fugazi al rallentatore. Dei Raime rimangono però la claustrofobia e la tendenza a strutture circolari e ossessive piuttosto che alle evoluzioni più progressive di post-rock e post-hardcore.

Basterebbe la geniale, vibrante “Right Is Alright, Wrong Is To Belong” a sancire come l’incontro discografico tra i Raime e la Magaletti sia ben più che fortunato, ma le brucianti “Lungs” e “An Utter Stink” rincarano la dose, fornendo ulteriori, raccapriccianti suggestioni e conferme. Possibile che nell’anno che segna il definitivo ed entropico sovraffollamento della scena post-tutto inglese siano stati due produttori elettronici e un’italiana a fornire la ricetta più accattivante e originale del panorama.

20/07/2021

Tracklist

  1. No to Gods, No to Sunsets
  2. Crappy Dreams Count
  3. Don't Make Me Wait
  4. Right Is Alright, Wrong Is to Belong
  5. Lungs
  6. I Can't Help But Melt
  7. An Utter Stink
  8. It's Never Goodbye

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