Bonny Light Horseman

Rolling Golden Holy

2022 (37d03d)
folk, songwriter, folk-pop

Il connubio artistico dei Bonny Light Horseman è sembrato per un attimo una fantasia passeggera, l’avvincente storia di tre musicisti di medio profilo in cerca di una maggiore visibilità. Se per Anais Mitchell si sono aperte nuove frontiere dal punto di vista personale, per Eric D. Johnson e Josh Kaufman non tutto è andato nel verso giusto, dunque riprendere in mano il progetto è stato naturale.
Il ritorno della band è una sfida ancora più ardua. Dopo aver reinventato dieci classici con estrema classe e padronanza, i tre musicisti si cimentano con la composizione e il non facile tentativo di conservare una propria personalità artistica. Nel secondo album dei Bonny Light Horseman, a dispetto di una freschezza lirica che scorre come un fiume in piena, nulla è lasciato al caso. Il disco contiene undici canzoni egualmente malleabili che rinnovano con interessanti prospettive e un sempre intrigante sguardo al passato il fascino agrodolce del folk-pop americano, dai Byrds ai Fleetwood Mac per intenderci.

 

Poco più di trenta minuti per “Rolling Golden Holy”, opera che mette subito in mostra i propri gioielli, catturando con l’iniziale “Exile”, la perfetta alchimia tra aperture melodiche, riff memorabili e incastri vocali travolgenti, coniugando l’irruenza dell’immaginazione con un tangibile concetto di bellezza.
Quel che sorprende è la perizia che i Bonny Light Horseman ostentano nel ripercorrere le migliori traiettorie country-pop, passando dalle fascinose tonalità Laurel canyon di “California” al graffio folk-psych della ballad “Cold Rain And Snow”. Chitarre elettriche, wurlitzer, sintetizzatori e drum machine fanno capolino senza turbare la dimensione folk cantautorale del progetto, anche quando l’asse stilistico vira verso il presente. In “Sweetbread” è l’intreccio tra banjo e fiati a tenere le fila.

Il fascino bucolico del nuovo album dei Bonny Light Horseman vira decisamente verso l’America. Le agili e fragili armonie di “Fair Annie” profumano più di grandi praterie che di campagna inglese, anche se in “Fleur De Lis” prevalgono una malinconia e una poetica tipicamente autunnali e mitteleuropee.
C’è un senso d’inquietudine, in “Rolling Golden Holy”, che era meno palese nel precedente disco, lo si percepisce nella lunga ballad stile CSN&Y “Summer Dream”, o nella sofferta riflessione di “Someone To Weep For Me”, affidata alla voce di Eric D. Johnson, ed è ancora di Johnson la voce trainante di “Gone By Fall”, un delicato set acustico con Kaufman e Mitchell ai cori.

 

Con “Rolling Golden Holy”,Anais Mitchell, Eric D. Johnson e Josh Kaufman oltrepassano la linea che separa il passato dal presente, attraverso un disco snello e armonioso, questa volta privi dell’aiuto dei numerosi ospiti d’eccezione del primo album (JT Bates alla batteria e Mike Lewis al basso e al sax), procedendo spediti verso un futuro in prima linea nel panorama country contemporaneo.

20/10/2022

Tracklist

  1. Exile
  2. Comrade Sweetheart
  3. California
  4. Summer Dream
  5. Gone By Fall
  6. Sweetbread
  7. Someone To Weep For Me
  8. Fleur De Lis
  9. Fair Annie
  10. Cold Rain And Snow


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