Nicola Manzan

Nikolaj Kulikov

2022 (Overdrive / Dischi Bervisti)
elettronica, experimental

Dal sequenziale progetto, così come lui stesso ama definirlo, di musica estremamente sperimentale Bologna Violenta, alle infinite collaborazioni con artisti di alto lignaggio, al primo audace lavoro a suo nome intitolato “La città del disordine” del 2021, la mente di Nicola Manzan è giunta all’ennesimo capitolo di una carriera che ha nell’aggettivo alternativa la spiegazione più sintetica e chiara.
In “Nikolaj Kulikov”, il polistrumentista trevigiano tratteggia le gesta di un misteriosissimo militare russo che durante gli anni Settanta fu prescelto dall’Armata Rossa per intraprendere un percorso di addestramento tra terra e cosmo volto a creare un sistema di difesa analogo a quello che gli Stati Uniti, nel decennio successivo, avrebbero identificato come scudo spaziale.
Premesse che innescano curiosità, se possibile accresciuta dal fatto che si tratta di un programma interamente strumentale, composto e registrato mediante l’utilizzo di sintetizzatori, organi elettrici, batterie elettroniche e numerosi inserti estratti da nastri e vinili d’epoca e pubblicato in tre volumi disponibili sulle piattaforme digitali e, altra singolarità, solo su supporto fisico musicassetta.

Manzan compie un lungo viaggio nei meandri dell’elettronica analogica sperimentale della durata di quasi settanta minuti, all’ascolto dei quali è facile lasciarsi rapire da suoni che traggono certamente spunto dalla kosmische musik vicina alle gesta dei Tangerine Dream.
La ricostruzione congegnata da Manzan sulle gesta del protagonista riprende un ciclo logico di avvenimenti. Il primo capitolo, “Recruitment”, è il momento iniziale, quello denso di speranze ed energia per un progetto difficile ma ambizioso, dove la storica personalità sovietica è pronta a soverchiare ogni possibile dubbio sulla fattibilità. E’ la fase più ricca, nella quale le ronzanti note dei sintetizzatori di Manzan si addentrano nell’embrione dell’idea (“Departure”), per poi miscelarsi con corroboranti marce folkloristiche, quando gli stadi procedurali iniziano a entrare nel vivo (“Cosmic Training”).

Il secondo volume è il punto cruciale, l’allestimento effettivo (“Preparing For Mission”), luogo dove tutto deve coincidere, nulla può essere lasciato al caso: istanti che l’artista configura su suoni elettronici dilatati e raccolti (“Plasma Shooting Program”), ma dai quali iniziano a fuoriuscire le prime difficoltà d’attuazione (“Interstellar Downgrade”). Un episodio in cui è forte il pathos levigato dalle macchine elettroniche comandate dal Manzan. Fotogrammi, questi, che scortano alla tragica sezione conclusiva (“Mission Is Over”) introdotta da un’interessante edizione per sintetizzatori dell’inno sovietico (“Anthem Of Soviet Union”), che suona quasi da epitaffio, e bissata dal collage sperimentale di “Radioteknika”, un frangente che avvicina Manzan alle componenti d’avanguardia contemporanea del Battiato era “Clic” e “M.elle Le Gladiator”.

Ma la fine dell’avventura di Kulikov è ormai segnata (“Farewell To The Army: Goodbye To The Stars”) e i suoni del compositore veneto si fanno laconici, estesi e glaciali, l’accompagnamento mesto e decoroso di un’idea pionieristica, affascinante ma irrealizzata.
“Nikolaj Kulikov” è un prodotto volutamente complesso, che Manzan regala con audacia e una giusta dose d’imprevedibilità ai cultori di elettronica sperimentale.
La sua parabola artistica costruita di sensazioni, spunti e visioni di ogni tipo, prosegue senza sosta, anzi conferma ulteriormente che dal cervello di Manzan difficilmente scaturiranno situazioni convenzionali.

25/05/2022

Tracklist

  1. Departure
  2. Cosmic Training
  3. First Communication Attempt
  4. Plasma Shooting Programme
  5. Space Theory
  6. Interstellar Downgrade
  7. Anthem Of The Soviet Union
  8. Radioteknika
  9. Anthem Of The Soviet Cosmonaut Program
  10. Farewell To The Army, Goodbye To The Stars

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