Red Hot Chili Peppers

Return Of The Dream Canteen

2022 (Warner)
alt-rock, funk-rock

L'ennesima rentrée in gruppo di John Frusciante, ormai datata 2019, deve aver prodotto stimoli davvero importanti all'interno dei Red Hot Chili Peppers.
Il reintegro dell'autore e chitarrista newyorkese ha innescato in Anthony Kiedis, Flea e Chad Smith quell'abbrivio per ripartire di slancio nella produzione di nuovo materiale che solo all'inizio del corrente anno era sfociato in "Unlimited Love", album che ha segnato, con Rick Rubin in cabina di regia, il ritorno ufficiale della band losangelina in cosiddetta formazione-tipo.
Come effettivamente riportato in alcune interviste del periodo, i Red Hot avevano avvisato circa la grande prolificità che stava emergendo da quelle sessioni, informando con estrema precisione che il materiale scaturito era davvero corposo e sintomatico di un ritrovato amalgama, in passato reso impossibile dalle innumerevoli vicissitudini che hanno da sempre contraddistinto la lunga storia della band.

 

Detto, fatto. Ai diciassette brani di "Unlimited Love" si aggiunge dopo sei mesi l'altrettanto sostanzioso "Return Of The Dream Canteen", titolo emblematico che, proprio parafrasando l'identificativo principale, se non è proprio un ritorno al banchetto dei tempi d'oro, segna sicuramente un visibile passo in avanti quantomeno rispetto all'album precedente. La particolarità del raffronto tra i due lavori, in pratica realizzati contemporaneamente, porta ad acuire i difetti del predecessore, troppo dispersivo e sorretto esclusivamente dalla caratura artistica dei componenti.
Intendiamoci, anche tra queste diciassette tracce non scompaiono frangenti trascurabili, come spesso è capitato nei lavori dei Peppers, soprattutto in quelli di durata oltre la media sindacale (vedi "Stadium Arcadium"), ma la nota positiva che emerge in generale dai solchi di questo "doppio album" è una maggiore definizione delle idee che hanno portato alla stesura finale del progetto.

Il lavoro miscela con esiti più che discreti l'accesso nella loro comfort zone, che fa del trascinante crossover funk-rock il cavallo di battaglia ("Fake As Fu@k" e "Afterlife"), con alcune svisate verso altri lidi, addirittura proiettati verso credibili armonie blues ("Carry Me Home"), affabili puntate a sonorità anni 80 ("In The Snow"), levigati intrecci pop con venature jazz, grazie al sax posizionato sul finale ("My Cigarette") o le ondivaghe trame del divertente singolo "Tippa My Tongue", accerchiato da sezioni che riconducono a risonanze seventies.
I testi di Kiedis, in buona forma vocale, mostrano i segni del tempo: più banali forse - e fortunatamente per lui - perché non più legati alle gravose vicissitudini personali che, c'è poco da fare, lo avevano spinto a diffondere concetti e contenuti di indubbio interesse.

 

Come ogni album dei RHCP, però, le situazioni che lasciano il segno sono quelle caratterizzate dalle solide ritmiche create dalla relazione basso/batteria di Flea e Chad Smith, sequenze da assoluti cattedratici del settore ("The Drummer" e "Roulette") o dove il ritrovato Frusciante può liberare il suo inimitabile estro in piena e finalizzata libertà, come nel tributo al grande Van Halen ("Eddie"), nell'esplosiva "Reach Out" e nella graffiante "Bag Of Grins".
"Return Of The Dream Canteen" riporta i Red Hot Chilli Peppers sulla retta via. Nulla di sensazionale e di innovativo, come detto, ma un oggettivo miglioramento rispetto ai discutibili lavori che hanno marcato il loro recente percorso artistico.

18/10/2022

Tracklist

  1. Tippa My Tongue
  2. Peace And Love
  3. Reach Out
  4. Eddie
  5. Fake As Fu@k
  6. Bella
  7. Roulette
  8. My Cigarette
  9. Afterlife
  10. Shoot Me A Smile
  11. Handful
  12. The Drummer
  13. Bag Of Grins
  14. La La La La La La La La
  15. Copperbelly
  16. Carry Me Home
  17. In The Snow




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