Steve Lacy

Gemini Rights

2022 (L-M / Rca)
psych-funk, alt-r&b, lo-fi

Un tempo il californiano Steve Lacy era noto giusto come chitarrista degli Internet, un adorabile gruppo di scappati di casa che ha rappresentato l’alternativa soft & queer ad altre crew contemporanee come Odd Future e Brockhampton. Elegantemente nerd e taciturno, Steve s’è poi ritagliato il ruolo di versatile strumentista, autore e co-produttore, una sorta di genietto tuttofare capace di lavorare a comando per altri o di registrare un’intera canzone col proprio telefono in quindici minuti.
Poi ci s’è messa la Rete; se prima è stato il turno di “Dark Red” (dal suo Ep di debutto “Steve Lacy’s Demo” del 2017), quest’estate il nuovo singolo “Bad Habit” è diventato un tormentone su TikTok, accumulando tanto di quel traffico da mandare il pezzo in vetta a Billboard. In un lampo, i concerti del tour sono andati a ruba, con biglietti rivenduti a cifre assurde e tutto il corollario di problemi legati al dover gestire una richiesta che non era stata preventivata. Presto è venuto al pettine l’altro nodo della questione: migliaia di persone accorse allo show di un timido chitarrista indie col solo intento di cantare trenta secondi appena di canzone e farsi il selfie da postare in diretta – qualcuno su YouTube ha caricato un meme tristemente illustrativo sull’esperienza dell’ascolto.

 

Non è certo la prima volta che le dinamiche della Rete scappano di mano ai diretti interessati; recentemente era successo a Kali Uchis con “telepatia”, ai nostri Maneskin con “Beggin” e ai britannici Glass Animals con l’evento-monstre “Heat Waves”. Ma Steve l’ha presa a male, in qualche occasione ha abbandonato il palco in preda al fastidio, ricordando certe intransigenti prese di posizione del suo paladino Prince.
Invero, l’ascolto di “Gemini Rights” conferma un’anima che tutto vorrebbe essere tranne che inscatolata nel mainstream di facile consumo. Basta infatti ascoltare il brano incriminato, “Bad Habit”: un dolceamaro bozzetto lo-fi che pare registrato in cameretta, roba che girava tra le webzine di settore come la nostra quindici anni fa per bocca di Ariel Pink, Deerhunter e Toro Y Moi. Ma in vetta alla classifica americana? In un 2022 preso d’assalto da Taylor Swift? Straniante - e il resto del disco segue a ruota.

“Static” è il dolente resoconto di una relazione andata a male: Steve è talmente amareggiato dai comportamenti del proprio ex che per un po’ decide di farsela solo con le donne. Scorrono poi una “Buttons” che si trascina sonnolenta, il disdratato momento ambient-rap alla Knxwledge di “Cody Freestyle”, lo sciancato jazz-pop da vecchia emittente Fm “Amber”, l’altro bozzetto “Sunshine” e i tepori psych-soul di “Give You The World”, a un passo dal Bilal più allucinogeno.
Insomma, “Gemini Rights” è il frutto di una mente creativa ma volatile e incostante, capace di attrarre e poi rifuggire all’interno della stessa battuta.

 

Chissà se Steve Lacy troverà un modo per orientarsi dentro al rumore che attualmente lo circonda, se riuscirà a godersi il riscontro economico di questo successo improvviso senza perdersi nell’ansia d’artista e la maledizione da one hit wonder. Il suo animo invero sensibile, al momento, ha messo in luce un musicista innamorato della propria arte ma forse ancora troppo poco avvezzo al ruolo di popstar.
"Gemini Rights" comunque non è male; certo, scrittura sfilacciata e interpretazioni naif creano un ascolto sgangherato e molto colloquiale, il che forse spiega come mai solo trenta secondi di ascolto abbiano totalizzato più di tutto il resto messo assieme. Fa comunque ridere pensare all’ascoltatore casuale che preme play su Spotify e si trova avvolto dalle collose allucinazioni psichedeliche da sottomarino giallo di “Helmet” e “Mercury”...

09/11/2022

Tracklist

  1. Static
  2. Helmet
  3. Mercury
  4. Buttons
  5. Bad Habit
  6. 2Gether (Enterlude) feat. Matt Martians
  7. Cody Freestyle
  8. Amber
  9. Sunshine feat. Fousheé
  10. Give You The World


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