Asia Menor

Enola Gay

2023 (Sello Fisura)
post-punk, art-punk, indie-rock

Quando nel 2019 Jorge Scheuermann (chitarra e voce), Aníbal Vergara (basso), Cristobal Mora (batteria e percussioni), Diego Seguel (chitarra, sintetizzatori e cori) iniziarono a suonare per i locali della natìa Temuco e di altre città cilene come Santiago e Chillan scelsero come nome della propria band Enola Gay, come il bombardiere che sganciò l’atomica su Hiroshima nel ’45 e, ovviamente, come il brano degli Omd. Mentre con il passare del tempo, dei live e delle demotape, tra cui cinque tracce registrate col cellulare che hanno fatto il giro del Cile, le ambizioni e le certezze stilistiche della formazione a quattro crescevano, questa decise di cambiare nome in Asia Menor, lasciando al celebre aereo l’onere di titolare il suo primo, fortunato Lp.

Sin dall’opener, intitolata “Patio”, è chiaro che, e perché, non ci si trovi davanti all’ennesimo disco dell’asfittico revival post-punk che affligge, mi si passi il verbo, il panorama indie-rock contemporaneo. Non soltanto la nazionalità della band aggiunge per forza di cose nomi locali, come ad esempio quello degli iconici Los Prisioneros, al suo retroterra di influenze, ma questa riesce davvero a impregnare del suo spirito latino e della sua melancolia tutta sudamericana gli intrecci jingle-jangle delle chitarre e, va da sé, le melodie vocali di Jorge e Diego.
Basti ascoltare le fughe ciondolanti di “Patio”, “Instrumental” e “Flores del naranjo” per venire trasportati in un pigro tramonto all’ombra delle Ande.

Con una ricetta sulla carta piuttosto semplice, la cui riuscita dipende in gran parte dal talento e dall’ispirazione dei suoi interpreti e dal loro notevole lavoro sulle melodie, gli Asia Menor sono riusciti a confezionare un pugno di instant classic da far impallidire numerosi colleghi anglo-irlandesi. È il caso, ad esempio, della rigogliosa “La naturaleza”, che sboccia da un rumoroso riff post-punk per poi levarsi in un tripudio di cori liberatori e chitarre in ascesa libera; o quello della lunga “1920” e del suo finale per ottoni che rievoca il passeggio di una sconsolata fanfara di paese.
È un disco romantico e crepuscolare, “Enola Gay”, che si spegne nelle fantasmagoriche dissolvenze di “Buenos noche”, all’occorrenza può però graffiare con convinzione, come quando “Lento” sferraglia e crepita in una parte centrale noise che fa il pari con l’appartamento divelto sulla copertina del disco.

Capita raramente che una band non anglofona riesca ad attrarre l’attenzione internazionale che, a giudicare da aggregatori di recensioni e piattaforme per appassionati, stanno meritatamente riscuotendo gli Asia Menor. La speranza è che il fenomeno vada oltre voti e parole lusinghiere, ma che si traduca in effetti più concreti, come la presenza della band sui cartelloni dei grandi festival al fianco di formazioni come Shame, Idles e Squid, alle quali gli Asia Menor non hanno nulla da invidiare, anzi.

01/09/2023

Tracklist

  1. Patio
  2. Defensa/Cortar
  3. Tesela
  4. Doce
  5. La Naturaleza
  6. Instrumental
  7. Flores del naranjo
  8. Lento
  9. Estrés
  10. 1920
  11. Buenos noches

Asia Menor sul web