Maria Pia De Vito vuole stupire. Il suo nuovo album si apre con il jazz-blues psichedelico di “There Comes A Time” di Tony Williams. Un riff del chitarista Giacomo Ancillotto (Enrico Rava, Gronge, Caterina Palazzi) apre le danze poco prima che un groove granitico cominci a girare tra le linee scurissime di Matteo Bortone (Roberto Gatto, Maurizio Giammarco) e le bacchette della straordinaria Evita Polidoro (Nerovivo). Un magma sonoro esplosivo in cui la voce potente della De Vito prende a dialogare con la tromba di Mirco Rubegni (Giovanni Guidi, Gianluca Petrella). Cinque minuti di acrobazie jazz-rock racchiuse in una cornice di elegante elettronica alla Weather Report.
Non c’è il pianoforte, o quasi. Maria Pia De Vito canta, scrive poesie, adatta testi politici e si trova a suo agio tra i suoni degli strumenti elettronici. Inoltre sorprende con la scelta di una scaletta in cui vengono alternati brani originali (scritti con Bortone), riletture di classici della storia del jazz (la meravigliosa “Lonely Woman” di Ornette Coleman) e cover di canzoni senza tempo della tradizione rock e pop: la ballata di Elvis Costello “I Want To Vanish”, resa immortale dal mezzosoprano Anne Sofie von Otter; lo straordinario singolo che ha rilanciato la carriera di Fiona Apple, “Every Single Night”; una versione stellare del classico degli anni 80 di Kate Bush “This Woman's Work”.
Il tema dell’album è la condizione femminile e l’ispirazione alla De Vito è venuta dalle letture di Virginia Woolf, Margaret Atwood e Rebecca Solnit (soprattutto il suo saggio "Memorie della mia inesistenza"). “A mio parere – racconta la diretta interessata - certe questioni erano da risolvere non con parole ideologiche, o con demonizzazioni da cancel culture o discutibili quote rosa. La parzialità del racconto del ruolo delle donne nell’arte, nella scienza, nella cultura, nella storia è come un enorme elefante nella stanza del dibattito comune, per usare un’espressione corrente nell’idioma anglo/americano”. Parole pesanti come pietre che la stessa De Vito recita sulla fusion scoppiettante di “Dispossession”, seconda traccia in scaletta. E più avanti su “The Elephant In The Room”, un altro poderoso funk scritto dalla De Vito con Matteo Bortone, arrangiato con l’eleganza della più graffiante Me'Shell Ndegeocello.
C’è spazio anche per una celeberrima ballata folk della tradizione anglossassone, “As I Roved Out”. E in chiusura per una trasognata versione di “Here The Moon” di Sidsel Endersen, l’eccezione che conferma la regola: una ballata al pianoforte da suonare nelle ore più lente della notte.
30/09/2023