Taylor Swift

Speak Now (Taylor's Version)

2023 (Taylor Swift)
pop, country-pop, indie

Basta osservare in queste settimane le chart di vendita americane o inglesi per toccare con mano la portata del fenomeno Taylor Swift. Nove album che stazionano più o meno stabilmente nelle prime 50 posizioni, con una media di tre o quattro dischi in Top Ten (mentre scrivo, su Billboard intercetto nove suoi album - tutti tranne il primo omonimo - entro i primi 31 posti, dei quali ben quattro figurano nelle prime nove posizioni!). E tralascio la consultazione della classifica dei singoli... L'annuncio delle date del tour mondiale non solo ha mandato in tilt diversi siti web (non certo una novità nel mondo delle grandi american star), ma avrebbe persino fatto lievitare di un paio di punti percentuali il Pil degli Stati Uniti! Se isoliamo soltanto il tour statunitense di Taylor Swift, è stato stimato che genererà un giro d'affari totale pari a oltre quattro miliardi e mezzo di dollari: questa è la cifra complessiva prevista per l'acquisto di biglietti, voli interni, hotel, ristoranti, varie ed eventuali. Meglio di qualsiasi politica economica espansiva...

Siamo chiaramente al cospetto di un qualcosa di prodigioso, come raramente accaduto in passato in campo musicale, e la campagna di re-incisione dei primi sei album della Swift (progettata a seguito dell'impossibilità di entrare nella piena disponibilità dei master originali), immessi sul mercato secondo un preciso schema temporale e intervallati da qualche sostanziosa novità (la pubblicazione dell'apprezzato "Midnights" serve a far capire che nel frattempo Taylor ha anche nuove cose da dire), le consente di occupare in maniera autorevole e continuativa il mercato.
Per i fan è un'icona, una dea davanti alla quale prostrarsi, per i detrattori uno scialbo contenitore che assume forme diverse secondo il tipo di liquido che vi viene versato. Camaleontica Swift, capace di trasmutarsi da reginetta del country a teenager aggressiva Avril Lavigne style, da diva fatale alla maniera di Lana Del Rey a campionessa dell'ultra (synth-)pop a caccia dei record di Adele o Lady Gaga, fino ad alter ego femminile di Matt Berninger. Chi è quindi in realtà Taylor Swift, la donna che attraversa gli stili senza crearne uno proprio, come invece hanno fatto gli artisti dai quali ha tratto ispirazione durante le diverse ere della propria carriera multiplatinum?

E proprio "The Eras Tour" è il titolo scelto per il ciclo di concerti senza fine annunciato per il 2023-2024 (sarà anche a Milano): biglietti frullati in ogni angolo del globo nel giro di pochi giri d'orologio, a prezzi non esattamente a buon mercato. In questo caso si tratta però di uno show con i controfiocchi: un evento di almeno tre ore e mezza di durata, durante le quali Taylor affronta in media fra le 40 e le 45 canzoni, suddivise per album di appartenenza, ripescando da tutti i suoi lavori, tranne - di nuovo - il primo omonimo. Qualsiasi big o influencer freme per occupare i posti migliori, una fitta schiera di colleghi ucciderebbe pur di essere sul palco a duettare con lei, ma dalle nostre parti gli "swifties" - i suoi irriducibili adoratori - sembrano essere ancora una specie rara, visto che, mentre scrivo, nelle chart di vendita italiane occorre scendere fino alla posizione numero 40 per incontrare il suo disco piazzato meglio.
Intanto, proprio in questi giorni, è stato annunciato che sarà "1989", il 27 ottobre, il prossimo protagonista della serie "Taylor's Version", e per il 2024 sono state già programmate altre due uscite, che interesseranno l'omonimo esordio (ci aspettiamo quindi una sua pronta rivalutazione) e l'urban oriented "Reputation". Ma torniamo al presente...

"Speak Now", il terzo lavoro di Taylor Swift, originariamente datato 2010 (la ragazzetta aveva appena vent'anni ma era già una star, almeno nel mondo del country-pop), a luglio del 2023 è diventato il terzo suo album a subire il processo di revisione e integrazione, interamente risuonato e ricantato. Il risultato finale dona nuovo vigore alle canzoni, grazie ai progressi tecnologici intercorsi in questi anni e a un miglioramento generale apportato in alcune sfumature degli arrangiamenti, sebbene tutte le canzoni restino abbastanza fedeli agli originali. Pochissimi i dettagli rivisti nei testi (sul web potete trovare ampie disamine alla pagina "Better Than Revenge"), a cambiare sono sostanzialmente la voce, oggi più "adulta" e molto più ricca di sfumature, e l'interpretazione della cantante, che modifica l'enfasi conferita su alcuni argomenti, per donare una diversa chiave di lettura a temi post-adolescenziali che oggi osserva attraverso una prospettiva differente. Riascoltato in questa versione, "Speak Now" appare non soltanto un disco di impressionante attualità, ma anche una conferma delle indiscutibili doti di grande versatilità della cantante americana. È l'album dal quale prese il via quel processo di trasformazione in grado di mutare il country-pop delle origini (ancora percepibile in maniera netta fra le pieghe di "Mean") nel synth-pop che sarà rappresentato nei dischi successivi della diva americana.
In "Speak Now" Taylor azzecca una riuscita sintesi, alternando ballad zuccherose e avvolgenti ("Back To December") oppure struggenti e dolorose (altra ricerca sul web per approfondire la storia alla base di "Dear John") a momenti che arrivano a scatenare l'interesse persino del circuito indie-rock ("Better Than Revenge" è la sua "Sk8er Boi"), con chitarre spesso ben presenti ("Sparks Fly", "The Story Of Us") e la capacità di costruire grandi armonie pop (nel romanticismo di "Enchanted", nella grandeur di "Haunted", nel crescendo corredato dal ritornello killer di "Long Live"). Un progetto coinvolgente, anche quando gli arrangiamenti si mantengono minimali, insistendo su atmosfere esclusivamente acustiche ("Never Grow Up", "Last Kiss").

Oltre alla riproposizione delle due bonus track incluse nella deluxe edition di "Speak Now" (l'acustica "Ours" e l'energetica "Long Live"), come nelle due Taylor's Version già diffuse (quelle relative a "Fearless" e "Red") vengono aggiunti alcuni inediti, sei "from the vault" che completano la foto d'epoca di Taylor Swift, brani che è difficile spiegarsi perché siano rimasti fuori dalla tracklist originale. È il caso delle brillanti "I Can See You" e "Foolish One", la prima dalle vaghe inflessioni indie, la seconda ancorata a sonorità più folky. Possiamo invece comprendere i motivi per i quali restarono esclusi i duetti che avrebbero potuto trasformare nel 2010 la Swift in un fenomeno emo: con Patrick Stump dei Fall Out Boy in "Electric Touch" e con Hayley Williams dei Paramore in "Castles Crumbling".
La Signora Swift continua così a scrivere una delle pagine più esaltanti della storia della pop music contemporanea, e noi la stiamo vivendo in diretta, che vi piaccia o no. Un'artista destinata a restare negli annali, a essere studiata non solo nei corsi di marketing internazionale, ma persino in quelli di psicologia (ne è appena partito uno presso l'Arizona State University, cercare sul web per eventuali iscrizioni...). Con buona pace di chi continuerà a considerarla soltanto un brand costruito a tavolino.

20/08/2023

Tracklist

  1. Mine
  2. Sparks Fly
  3. Back To December
  4. Speak Now
  5. Dear John
  6. Mean
  7. The Story Of Us
  8. Never Grow Up
  9. Enchanted
  10. Better Than Revenge
  11. Innocent
  12. Haunted
  13. Last Kiss
  14. Long Live
  15. Ours
  16. Superman
  17. Electric Touch (feat. Fall Out Boy)
  18. When Emma Falls In Love
  19. I Can See You
  20. Castles Crumbling (feat. Hayley Williams)
  21. Foolish One
  22. Timeless


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