“Beaches” è stata la mia canzone dell’estate 2024, con quel mood spensierato ma al contempo malinconico, che ho trovato irresistibile, e le chitarre pronte a intervenire per lasciare la propria impronta al momento giusto. Peccato sia rimasta una traccia patrimonio di pochi - almeno qui in Italia - mentre gran parte del mondo impazziva per l’"Espresso" della Carpenter. Qualche mese fa, mentre ascoltavo i nuovi brani incisi da Beabadoobee, pensavo che sì, questa poteva essere la volta buona, aveva finalmente azzeccato la sequenza giusta per riuscire ad allargare il proprio livello di notorietà, ancora relegato a una nicchia troppo ristretta rispetto al suo potenziale talento. E “This Is Tomorrow Moves” alla fine ce l’ha fatta, agguantando, anche se per una settimana soltanto, la vetta delle classifiche inglesi: operazione tutt’altro che agevole in un’annata nella quale tutte le regine del pop internazionale hanno voluto dire la loro, sfidandosi in campo aperto.
Bea finora si è ritrovata incastrata in un limbo compreso fra una forma di indie-rock “grungiato” e certo indie-pop a tratti un po’ troppo perfettino. Ma i confini oggi sempre più confusi fra “alternative” e “mainstream” hanno giovato alla cantante filippina (naturalizzata inglese), che ha trovato la sua strada, anche grazie al contributo decisivo di Rick Rubin, al quale è stata affidata la produzione di “This Is How Tomorrow Moves”. Ed è così che Beabadoobee e la sua band (con in line-up un batterista italianissimo trapiantato a Londra, Luca Caruso) compaiono nei cartelloni di molti top festival della prossima estate giusto una riga sotto le Dua Lipa e le Charli XCX di turno. Non male. Disco che fra l’altro è stato concepito sulla scia di una serie di esibizioni poste in apertura ad alcune date dell’Eras Tour, la più grande vetrina promozionale del pianeta, evento che potrebbe aver (inconsapevolmente?) ispirato la scrittura di qualche traccia (“One Time”, tanto per citarne una).
Questa volta Bea ha lasciato la cameretta per registrare in studi professionali, uno dei quali a Los Angeles, location che deve aver influenzato le canzoni più solari, nonché i loro titoli, vedi il caso di “California”, una delle potenziali hit del circuito indipendente qui incluse, oppure “A Cruel Affair”, che respira bossanova a pieni polmoni.
Beabadoobee si è ricavata così un posticino al sole, grazie a questa manciata di belle canzoni dai ritornelli appiccicosi (“Take A Bite”), alternate a malinconiche ballad a tinte folkie guidate da una chitarra acustica (“Tie My Shoes”, “Everything I Want”) oppure da un pianoforte (“Girl Song”), qualche spunto bucolico (“Coming Home”) e slanci più canonicamente indie-rock (“Post”). La ragazza è ancora giovanissima, 24 anni compiuti lo scorso 3 giugno, e siamo certi che in futuro avrà ancora tanto da raccontare.
05/12/2024