Gettando uno sguardo alle tante collaborazioni di Laetitia Sadier degli ultimi anni, appare complesso tracciare un profilo stilistico ben definito: Adrian Younge, Marker Starling, Deerhoof, Mercury Rev, Giorgio Tuma e Jarvis Cocker sono solo alcuni dei nomi più noti che hanno duettato con l’artista francese, ai quali va aggiunto il recente progetto con i Modern Cosmology; unico punto fermo, il rinnovato legame con gli Stereolab che l’ha vista ancora una volta protagonista della splendida alchimia della band avant-pop.
Naturale e in parte prevedibile che il ritorno discografico da solista, dopo ben sette anni di vuoto, funga da compendio alle tante esperienze accumulate nel frattempo. Per “Rooting For Love” Laetitia ha assoldato un ensemble vocale, The Choir, il bassista Xavi Muñoz, particolarmente apprezzato per il suo tocco Chic-style, e si è affidata alle sapienti mani dei due maghi del suono Hannes Plattemier ed Emmanuel Mario (Astrobal).
Quel che appare subito evidente è la notevole capacità di gestire l’ampia tavolozza di colori e suoni con autorevolezza e genialità, la sensazione prevalente è quella di non essere di fronte a una semplice, seppur piacevole, appendice al ruolo di voce degli Stereolab.
Sono percepibili una progettualità e una musicalità più avventurose che, pur pagando pegno alle precedenti esperienze (“Une Autre Attente” potrebbe far parte di qualsiasi album degli Sterolab senza sfigurare), entrano con autorevolezza in ambiti sonori più complessi, come quando Laetitia Sadier si confronta con il minimalismo alla Philip Glass e la coralità operistica, con risultati eccelsi (”La Nageuse Nue”).
La flessibilità armonica e ritmica di “Rooting For Love” è ammaliante: la samba-lounge vaporosa e noir di “The Inner Smile” e il singolare electro-soul meets tropicalia abbigliato a festa con eleganti inserti orchestrali di “Don't Forget You're Mine” sono in tal senso esemplari.
La scenografia strumentale del nuovo album di Laetitia Sadier sarà per molti familiare – organo, chitarre, sintetizzatori, vibrafoni, batteria elettronica, trombone, basso e cetra – quel che sorprende sono le intuizioni non convenzionali che animano le dieci tracce: evocative nuove forme di chamber-pop ricche di raffinate citazioni, che vanno dalla tradizione pop francese (“Panser L'Inacceptable”) alla contaminazione space/elettronica alla Air (Who+ What), fino al richiamo a Ennio Morricone e alle colonne sonore italiane degli anni 70 (“The Dash”).
Con “Rooting For Love”, Laetitia Sadier compie il passo decisivo verso un’autonomia creativa finora non del tutto palese. Il nuovo album dell’artista francese è il più coraggioso e audace mai messo in campo, un ricco contenitore di eleganti patchwork pop che tiene alta la tensione fino al magico finale di “Cloud 6”: un'eruzione di voci, synth, organi e melodie modulari che toglie il fiato e invita all’istantaneo repeat.
01/03/2024