Yot Club

Rufus

2024 (Amuseio AB)
bedroom pop, indie-rock

Dal nome del genere non si direbbe, ma il presente - se non il futuro - del rock pare passare dal bedroom pop. Già artisti come Beabadoobee, Girl In Red e Soccer Mommy hanno dimostrato come il filone possa unire produzioni lo-fi a un sound chitarristico vicino all'indie-rock, ottenendo anche un notevole successo di pubblico. Con progetti come Yot Club, però, da questa formula sbocciano contrasti inaspettati, e ruvidità garage-rock incontrano una cura armonica quasi sophisti-pop allargando notevolmente il campo di gioco.
Dietro Yot Club si cela John Ryan Kaiser, cantautore e produttore originario del Mississippi, ora di base a Nashville. Kaiser si è fatto conoscere grazie al successo virale del singolo "YKWIM?", diventato platino nel 2022 e tratto dall’Ep "Bipolar" del 2019. Quello che era nato come un progetto amatoriale si è trasformato in una carriera da oltre sei milioni di ascoltatori mensili su Spotify, cifra che “Rufus”, secondo album dell’artista, consolida ulteriormente.

L'ambivalenza fra levigatezza e ardore è subito evidente in "Nostalgia", una four-chord-wonder che intreccia synth casalinghi e momenti pacati con una robusta anima indie-rock, giungendo nel ritornello a una miscela che evoca in modo esplosivo il sentimento espresso dal titolo. Il dualismo riemerge anche in "2084", dove ritmi schematici, elettronica dal suono casereccio e un mix ineffabile di irruenza, speranza e disillusione catturano un umore che richiama - si perdoni l'accostamento azzardato - quella eco di cazzimma post-adolescenziale che aveva reso speciale, ormai più di un decennio fa, "Il sorprendente album d'esordio de I Cani".

Ma gli innesti inattesi non si limitano a un paio di tracce. Gli amanti del post-punk e delle sue molteplici reiterazioni saranno lieti di incontrare in "Fool" un bell'attacco con chitarra in staccato, basso in primo piano e batteria asciutta - chi invece apprezza le qualità sorprendenti delle armonie power-pop dovrà solo attendere la cadenza piccarda in coda alla strofa.
L'energia dei teenage years, sgangherata e vibrante, alimenta - in forma di ricordo - anche l'ancor più carica "Drowning", che azzecca la perfetta combo di strofa e ritornello, efficacemente alternativi nel suono e nel mood, adorabilmente pop negli esiti. Uno spirito simile anima "New Day", il cui piglio radioso e malinconico si riallaccia quasi ai primi brani dei Tribes, mentre "Poison Your Mind" incanala il tutto in un'atmosfera più dolce e meditativa, lasciando che lunghi raggi di luce filtrino attraverso i suoi toni ombrosi.
La componente ricercata trova un apice in "Human Nature", le cui armonie dinoccolate sembrano puntare dritte allo yacht rock. Chissà se è un caso che il moniker del progetto paia richiamare proprio quest'etichetta: più che a un passato settantiano ormai remoto, i colori jazzistici di questo e altri pezzi sembrano in effetti allineare lo stile a quello di altri camerettari come Men I Trust e Mild High Club, o addirittura alle nuance sofisticate del recente Harry Styles.

Il protagonismo della chitarra è evidente anche nelle ultime tracce: se "Too Far Gone", sostanzialmente l'unico brano debole del disco, fa pensare una riedizione stanca degli Strokes, le successive "Pixel" e "Other World" ricordano invece quanto - pure in un'epoca in apparenza poco rockettara come la nostra - un riff azzeccato possa ancora far svoltare l’umore di un brano.

25/11/2024

Tracklist

  1. Stuntman
  2. Nostalgia
  3. Fool
  4. 2084
  5. New Day
  6. Human Nature
  7. Drowning
  8. Poison In Your Mind
  9. Too Far Gone
  10. Pixel
  11. Rufus
  12. Otherworld
  13. Lazy Eyes

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