Djo - The Crux

2025 (Djo Music (via AWAL))
indie-rock, pop-rock

Per tanti Djo è lo Steve di "Stranger Things"; per tanti (altri) ancora, che oggi si può essere molto famosi per alcuni e sconosciuti per altri, è quello che canta uno dei brani più virali degli ultimi tempi: quel “when I’m back in Chicago I feel it”, che l’algoritmo ha individuato e spinto fino a portare “End Of Beginning” (sesta traccia di “DECIDE”, 2022, quinto singolo estratto, marzo 2024) al miliardo e mezzo di ascolti su Spotify. Stiamo parlando di Joseph Kerry, classe 1992, attore, musicista, già chitarrista nei Post Animal, in arte Djo, arrivato al terzo album solista.

Rispetto al precedente, in cui erano i synth e la psichedelia a farla da padroni, siamo di fronte a un lavoro più alt-rock/indie-rock e pop oriented, in cui Djo sembra volersi misurare con un po’ tutta la musica anni Zero che a sua volta riprendeva il rock Settanta-Ottanta: e quindi Strokes innanzitutto (molto evidente l’influenza di Casablancas in “Lonesome Is A State Of Mind”, traccia di apertura, e anche in “Fly"), ma anche Interpol, Maximo Park
L’album è stato anticipato da “Basic Being Basic”, amabile brano pop che entra subito in testa e che traghetta le sonorità del precedente album in quelle del nuovo, che la successiva traccia, “Link” rappresenta bene, grazie al suo rock’n’roll ammiccante e retrò, arricchito dagli stacchi di batteria che portano varietà e spessore.

“Portion” (e in parte anche “Egg”) è invece la parte acustico-melodica, legata al resto dell’album soprattutto grazie alla voce e ai falsetti presenti un po’ in tutte le canzoni. “Delete Ya” è un'ottima incompiuta: una strofa che si muove tra rock e new wave eighties funziona molto bene, ma viene smorzata da un ritornello eccessivamente allegro e pop, che non mantiene quello che la strofa prometteva.
C’è spazio anche per la beatlesiana “Charlie’s Garden”, seguita da “Gap Tooth Smile”, uno dei momenti più felici, che pesca a piene mani dall’indie rock anni Zero. Dopodiché l’album va progressivamente a spegnersi, prima con la pianistica e corale “Golden Line”, poi con la marcetta rock “Back On You” e infine con la title track, che ha ambizioni di ballata da stadio.

In conclusione, “The Crux” è un buon album ma con un forte senso di incompiutezza; le canzoni ci sono, la padronanza della materia anche, la voglia di scrivere brani diretti e sinceri pure. Ma l’amalgama tra i generi e le influenze non è del tutto riuscito, e più che varietà si ha una sensazione di incertezza e instabilità, e anche un po’ di superficialità. Possiamo comunque ascoltarlo qualche volta, apprezzarlo per quello che ci può dare e augurarci che le buone intuizioni possano sedimentare in lavori più efficaci. 

17/06/2025

Tracklist

  1. Lonesome Is A State of Mind
  2. Basic Being Basic
  3. Link
  4. Potion
  5. Delete Ya
  6. Egg
  7. Fly
  8. Charlie’s Garden
  9. Gap Tooth Smile
  10. Golden Line
  11. Back On You
  12. Crux

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